società

Le idee del 'Comitato Residenti del centro storico' per rilanciare il territorio

 

L'associazione risponde alla lettera aperta del sindaco de Augustinis. 'L’emergenza Coronavirus ci sta chiedendo di dare il nostro miglior contributo al cambiamento'

 

Pubblichiamo integralmente la risposta del "Comitato Residenti del centro storico" alla lettera aperta del sindaco Umberto de Augustinis, attraverso la quale l'associazione offre"il necessario supporto all’Amministrazione in questo momento difficile, cogliendo l’opportunità di mostrare la propria indole propositiva, dando idee e suggerimenti sempre orientati alla soddisfazione del territorio".

"L’associazione “Comitato Residenti del Centro Storico di Spoleto” ringrazia il Sindaco Umberto De Augustinis per aver lanciato una visione di Città da sviluppare in seguito all’emergenza planetaria scaturita dalla pandemia Covid-19, che ci ha obbligato alla distanza sociale ma non alla distanza del pensiero sulla nostra realtà.

La proposta di un patto civico e sociale che inciti a trasformare tutti insieme un punto di grande debolezza per cambiarlo in un pregevole punto di forza ci trova assolutamente d’accordo, insieme al concetto che è proprio nei momenti di grave crisi che si seminano idee e azioni per un forte sviluppo.

I Residenti del centro storico, pur nel loro attuale esiguo numero, sentono di costituire il corpo sociale che formano il vestito del “Leviatano” comunale. Come cittadini consapevoli di delegare con rinunzia la loro porzione di libertà individuale all’autorità del governo, obbligato a rispettare e difendere i diritti collegati a tale libertà per il giusto funzionamento del patto sociale.

Noi ci siamo!

COMUNICAZIONE – INNOVAZIONE – AMBIENTE – SALUTE – OCCUPAZIONE – CULTURA - TURISMO: a queste parole quali fatti devono seguire?

Poiché senza dubbio è dalla macchina comunale che deve partire la realizzazione (suddivisa in vari passaggi) di questi capisaldi. Dopo di che, sussidiariamente, le azioni si rifrangono su tutti i singoli componenti della società e del territorio. Come Residenti ci pregiamo dare il nostro contributo in idee e sicuramente fatti, se le persone verranno messe in condizione di ben operare.

Per prima cosa chiediamo una ragionevole chiarezza della denominazione di questa visione “città – parco”. Una definizione cui manca qualcosa, poiché non può comprendere tutto. Parco giochi, parco divertimenti, parco naturalistico, parco minerario, parco industriale, parco artigianale, parco culturale? La vaghezza del titolo ci lascia perplessi. Così come ci lascia perplessi la mancanza di idea del marchio “Spoleto” come sintesi. Iniziamo con il lancio di un concorso di idee per generare quel logotipo riconoscibile ovunque?

Lei inizia dalla COMUNICAZIONE. Per noi è la chiara e puntuale base della democrazia espressa nel concetto “From the need to know to the right to know”. Ciò significa far conoscere adeguatamente, con un linguaggio senza eccessivi tecnicismi e tautologie, tutti passaggi e le decisioni prese che riguardano la comunità. Nessuno deve dire “non si sa niente” su qualsiasi iniziativa che riguarda il territorio. Comunicazione istituzionale che dovrà essere razionalizzata e implementata già dal sito web del Comune con una chiara e intellegibile pagina web, nell’ottica che “Less is more”. Implementare e razionalizzare la comunicazione significa avere una regia consapevole della responsabilità del proprio compito. Diciamo che nel tempo attuale non manca la possibilità e i mezzi per fare informazione e divulgare conoscenze. Informazione e conoscenza sono la base per un libero vivere democratico.

Sulla base della libertà democratica scaturita da una informazione univoca, l’INNOVAZIONE (o più precisamente la modernizzazione) di un territorio richiama l’informatizzazione dei processi che regolano oggi tutti i campi del vivere quotidiano, sia quello privato che quello lavorativo. La prima cosa necessaria è la completezza dell’infrastruttura informatica, poiché non tutto il territorio del Comune di Spoleto beneficia della stessa velocità di rete. Dopo di che, per cavalcare l’onda del rinnovamento, è necessaria la semplificazione e la sburocratizzazione del già esistente patto sociale. Nell’ambito della semplificazione e dell’informatizzazione sarebbe ottima cosa dotare il Comune di un’applicazione chiamata “IO” che permette alle diverse Pubbliche Amministrazioni, locali e nazionali, di raccogliere tutti i servizi, le comunicazioni e i documenti in un unico luogo e di interfacciarsi in modo semplice, rapido e sicuro con i cittadini. Oppure fornire tutti i lavoratori delle aziende municipali e partecipate di altre “APP” (applicazioni) connesse all’anagrafe dei cittadini in modo che alcuni messaggi essenziali vengano comunicati direttamente (quali le scadenze delle tasse comunali, ecc. ecc.) e alcune pratiche vengano eseguite seduta stante, specialmente quelle riferite al controllo del territorio, quali controllo delle residenze, dei permessi ZTL e altro. Questo comporterebbe notevoli risparmi di tempo per il cittadino e minore mole di lavoro per gli uffici pubblici. Per quanto tutto ciò è previsto dall’Agenda Urbana ancora in fase di completamento.

Il capitolo AMBIENTE è il punto di eccellenza del nostro territorio. Una eccellenza che deve essere rivisitata e portata a essere un fattore produttivo sia per l’agricoltura fondata sulla filiera corta che per il turismo verde. L’incentivazione di aziende che producono prodotti della terra con marchio “Spoleto” può essere una chiave per il lavoro a km zero che metta a sistema forze giovani, sull’onda mondiale di un ritorno all’agricoltura. Una volta c’era il vivaio di Capezzano; un capitolo, quello della vivaistica, che permette la valorizzazione delle piante autoctone sia per l’agricoltura che per la vendita, legando a queste l’identità Spoleto. Ulivi, piantine tartufigene, il leccio di Monteluco, sono elementi identitari portanti per la nostra agricoltura e per la bellezza del territorio. Nel Mercatino a km 0 di piazza del Mercato farebbero splendida figura. Un vivaio che politicamente è stato “scippato” al nostro territorio. Pensare di rifondarlo può essere un volano economico di sicuro impatto. La filiera agricola, la prima in assoluto alla base del progresso dell’Umanità (dalla parte opposta c’è l’industria della guerra di cui facciamo volentieri a meno) deve essere portata avanti con decisione. Come il CREA - Centro di ricerca per l'olivicoltura; aspettiamo con interesse il rilancio di questo settore che chiama alla gestione tutte le aziende olearie del territorio, esercitando su queste una vera spinta e presa di coscienza della loro importanza nello sviluppo del lavoro per farle entrare nel progetto.

Gli spazi verdi, quali le colline e le montagne che ci circondano, la vita in un ambiente immerso nella natura, possono essere sistematizzate e promosse sia per un turismo “slow” ma per lo più come prospettiva per un attraente cambio di vita: scegliere il territorio di Spoleto per viverci per sempre, scegliere di risiedere qui. Progetto che varrebbe la pena di indirizzare al vicino bacino romano che potrebbe scegliere Spoleto come propria città di residenza. Con il futuro incentrato sullo “smart working” Spoleto ha molto da offrire grazie alla sua capacità infrastrutturale di banda larga già installata, insieme alla fibra ottica, specialmente in centro. Questo potrebbe essere facilitato, da parte del Comune, con l’attuazione di incentivazioni fiscali per abitare in centro storico e la rassicurazione di servizi vitali quali scuole per i propri figli, l’esercizio sportivo, le piazze di socializzazione, il diritto di parcheggio riservato nei pressi delle proprie dimore, ecc. ecc.

La particolarità di Spoleto è quello di avere un centro “in prossimità” della montagna. Moteluco già valorizzato dal CAI aspetta una ulteriore valorizzazione per parchi tematici, per lo più concentrati nel binomio sport-salute, come potrebbe essere un percorso in sicurezza di down-hill tra i lecci secolari. Una volta c’era l’area del Tiro al volo, disciplina olimpica, che versa nel più assoluto degrado. Eppure potrebbe essere un luogo di allenamenti olimpici! Anche il colle Sant’Elia potrebbe essere interessato alla progettazione di un percorso che dal Tiro a Segno (un’altra eccellenza da valorizzare) salga fino al Giro della Rocca, in modo simile al “percorso Byron” delle Cascate delle Marmore nella vicina Terni. Come potrebbe essere progettato in sicurezza un percorso di trekking che, dal ponte della Ponzianina, ripercorra il letto fluviale oltre il Ponte delle Torri per arrivare fino all’area di San Pietro. Non disgiunti dai vari percorsi collinari, ci sarebbero anche i percorsi interni alle mura medioevali, immersi nella natura, da valorizzare. Come quello ormai chiuso da troppo tempo, a causa di un contenzioso per frana, che da Porta Monterone sale fin su via delle Felici.

Alla maggior valorizzazione dell’ambiente si inserisce il discorso di una imprenditoria dedicata alla SALUTE. L’idea di trasformare la ex industria Pozzi in una che si integri e sostenga la mobilità alternativa, attraverso la produzione di biciclette sia a pedali che elettriche e monopattini elettrici la troviamo più che positiva; questi saranno strumenti che avranno sempre più diffusione nel mondo e Spoleto potrebbe diventare luogo di produzione. Come cittadini auspichiamo una ripresa industriale, anche se piccola, frutto di riconversione di metri cubi improduttivi, cioè la riconversione di capannoni industriali inutilizzati come prima cosa per evitare di rubare altro suolo con ulteriore cementificazione. L’obiettivo di spostare risorse sulla produttività e la manifattura mira a nostro giudizio a risaldare un tessuto lavorativo che si sganci dal solo turismo e dagli eventi culturali. Poiché, come il Covid-19 ha messo in evidenza, queste due “industrie” non bastano per la vera sopravvivenza di un territorio. Se non ci sono turisti non si mangia?

Crediamo seriamente che queste due “industrie”, la CULTURA e il TURISMO debbano essere implementate e ci sono spazi per farlo. Se un territorio è forte sotto il punto di vista produttivo- manifatturiero, lo sarà anche dal punto di vista culturale. Musei con la rotazione delle collezioni per portare alla luce le opere nei magazzini, teatri sempre aperti, produzione culturale autoctona e tutto ciò che ne consegue come indotto è la via che la città auspica. La cultura si genera e si consuma e più si consuma più si genera. Il termine “cultura” a Spoleto, forse, non è stato compreso nel suo significato di valore. Così come dimostra la dipartita, ormai ventennale, della sezione Oreficeria dell’Istituto d’arte, un altro settore di eccellenza fortemente legato alla realtà del lavoro. Se minimamente si fosse tenuto presente che quella sezione sarebbe continuata a essere la fucina di artigiani che avrebbero potuto creare un distretto dell’oreficeria, la cultura ne avrebbe inglobato le opere e i manufatti. Quindi, prima ancora di aprire nuovi capitoli di istituti di cultura superiore forse sarebbe saggio riprendere un filo che è sfuggito di mano ma che per fortuna mantiene ancora tutti gli strumenti nelle stanze dell’Istituto.

La cultura deve creare valore cioè un capitale umano che sappia costruire il proprio futuro grazie a essa. Poiché l’attrattività di un territorio passa anche dalla sua capacità di creare futuro. Ben vengano le scuole di perfezionamento, anche se alcune già esistono e sono costate molto economicamente. Quali la scuola di Restauro del Libro del Mibact che non è mai riuscita a decollare e creare la sua nicchia a livello nazionale e internazionale. Limiti imposti dalla sussidiarietà della gestione? Noi chiediamo che vengano adoperate tutte le autonomie procedurali, senza dover ogni volta essere succubi di giochi diretti altrove.

Nella funzione autonoma che compete la gestione amministrativa comunale, spinta al massimo grado, si possono, anzi devono, progettare e realizzare tutti i disegni che mirino allo sviluppo del territorio per il LAVORO. Ben venga l’ufficio UE, ben venga l’autorevolezza in sede di ricostruzione post-terremoto, ben vengano tutti i cantieri che sciolgano il maleficio di un centro vuoto.

Il diritto alla salute prima di tutto, per proteggere e prevenire la salute dei cittadini e dell’ambiente. ”Fare rete” significa anche costruire un territorio in grado di rispondere adeguatamente alle sue esigenze nella prevenzione. Ciò significa salute, lavoro, competenze e la positiva difesa dei propri presidi, cercando di adeguarli a una domanda eterogenea, rilanciando una offerta diversificata anche attraverso ambulatori privati ma convenzionati. La prevenzione della salute è strettamente collegata anche alle pratiche sportive; questo richiede l’implementazione degli spazi dedicati alla funzione. Il centro storico ha i suoi spazi, purtroppo la maggior parte fuori uso per i quali auspichiamo un veloce progetto di recupero: lo stadio comunale, la palestra di basket, il circolo tennis dei Cappuccini, un unico campo di gioco immerso nel verde del Parco Chico Mendes già sede del glorioso “Circolo Tennis Spoleto”, un bocciodromo (così vicino all’auspicata residenza per anziani che è in progetto in centro) e uno storico Giardino dello Sport che, anche se di proprietà diocesana, può e deve essere rimesso in grado di servire il sensibile bacino dei Residenti. Poniamo all’attenzione comunale la necessità di curare questo incredibile spazio ubicato all’interno della cinta muraria, portatore di una bella storia di sinergie ampie tra il privato, il pubblico e il diocesano, simbolo di un territorio che si ama e si sostiene per costruire quel mosaico che è la vita.

Caro Sindaco, Lei nel chiudere la Sua comunicazione alla cittadinanza ha richiamato l’eco di un passato lontano che ha dato lustro alla Città. Rinnovare questo lustro, a nostro avviso, significa riportare il Centro al centro. Far tornare a battere il cuore del Ducato richiede la forza e l’umiltà di riallacciare con rispetto tutti quei punti quasi invisibili che il tempo storico ci ha donato, per lasciarli più visibili alle future generazioni. Felici di aver ricevuto la Sua comunicazione che porta in sé una visione di futuro, voglia accogliere questa nostra comunicazione per arricchire la Sua di una prospettiva che per troppo tempo è mancata: quella dei Residenti del centro storico.

Con massima stima

Rita Correnti

Comitato Residenti Spoleto Centro Storico"



I commenti dei nostri lettori

Mariateresa

4 anni fa

Ho letto con attenzione le Vs proposte alla fine avrei messo tanti cuoricini chiedete al sindaco cosa intende per parco spoleto dal Vs testo ho estrapolato un parco sogni va bene la cultura va bene il turismo e altro ma il nostro tessuto sociale ha bisogno anche di altro vogliamo essere più realisti? O vogliamo ricostruire il feudo solo per pochi con affetto

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