cronaca

Viadotto sulla Somma, le attivita' pronte al lockdown della Flaminia

 

Prossima settimana vertice con l'assessore regionale Melasecche

 

E' solo l'ultimo terreno di scontro. Dopo sette mesi di esasperante attesa. Le attività commerciali che da Terni si affacciano lungo la Flaminia sono al punto di non ritorno. La sfida, ora, si sposta sul tavolo delle istituzioni. Locali e nazionali. Una lettera del sindaco Umberto De Augustinis all'Anas non è servita a placare la rabbia di ristoratori e baristi. "Se non ci saranno soluzioni a brevissimo - dice il tycoon della ristorazione, Sandro Zengoni -, siamo pronti ad azioni clamorose!". Lo stesso Zengoni, come del resto sua sorella Vania, titolare del bar di fronte, sono sull'orlo di una crisi di nervi.

"Sono sette mesi che assistiamo a continue giravolte e prese in giro da parte dell'Anas - dice Teresa Capaldi -. Abbiamo messo i nostri dipendenti in cassa integrazione per il lock down dovuto al Covid. Ma, se la situazione di stallo dovesse continuare, saremo costretti a far partire le lettere di licenziamento. Ed allora, lassù, qualcuno se ne dovrà assumere la responsabilità". Gli incassi sono crollati. E non certo solo per colpa del Covid, visto che i mezzi pesanti avrebbero potuto tranquillamente transitare. Ma vengono dirottati lungo la Valnerina. Appesantendo un traffico che dovrebbe essere deputato solo agli spostamenti dei turisti. Eppure, qualche "Masaniello" in cerca di trampolini elettorali e consiglieri comunali in cerca di vetrina, s'erano fatti fotografare lo scorso febbraio con il sindaco De Agustinis e gli esponenti di una associazione ternana.

Insieme dovevano fare pressing sulle amministrazioni comunali e regionali per sbloccare la situazione. Sempre più incancrenita. E che rischia di peggiorare, visto che il viadotto della Somma rischia di diventare il parente povero di quello di Nera Montoro. Che ha mobilitato la politica ternana ed umbra. Con l'assessore  Enrico Melasecche Germini in prima linea. E, tra qualche giorno, dovrebbero iniziare i lavori di consolidamento strutturale dell'opera. Che rischiava di trasformarsi in un altro ponte di Genova. Per i cento metri di viadotto della Somma, invece, siamo alle ipotesi progettuali. La demolizione appare inevitabile. Così ha fatto sapere il direttore generale delle Grandi Opere dell'Anas in un colloquio telefonico con il senatore Franco Zaffini (FdI), che è stato investito dell'argomento dalla consigliera comunale, Paola Vittoria Santirosi. E nel frattempo? La soluzione più accreditata è quella di costruire un ponte in ferro ad una sola corsia di marcia che corra parallelo al viadotto che presenta evidenti segni di degrado in un pilone. Il ponte collegherebbe la Flaminia alla vecchia strada che conduce a Strettura, la quale sarebbe riservata al traffico veicolare. Già, ma le ipotesi di lavoro vanno trasformate in progetti ed appalti esecutivi. Presto e subito. Perchè le attività sono alla canna del gas.

Ed il danno, diretto ed indotto sul turismo spoletino, rischia di diventare pesantissimo. Non fosse altro perchè il transito sul viadotto è inibito anche ai bus turistici. Che vengono dirottati lungo la Valnerina. Intanto, gli sherpa della politica si stanno muovendo. Ieri mattina, un membro del Comitato "Quelli del viadotto" ha contattato l'on. Walter Verini per sollecitare un intervento del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli. Che quel viadotto lo conosce bene per averlo percorso tantissime volte quando era Commissario alla Ricostruzione delle zone terremotate. Verini si è riservato due giorni di tempo per contattare direttamente la Ministra ed investirla di questa allucinante vicenda all'italiana. L'obiettivo è disinnescare la miccia della protesta. Che potrebbe avere risvolti addirittura clamorosi, visto che i ristoratori si dicono pronti a tutto.

Nel frattempo, però, la diplomazia sta lavorando sotto traccia. Venerdì prossimo (12), gli imprenditori incontreranno nel Roof Garden del ristorante Zengoni l'assessore alla viabilità, Enrico Melasecche Germini per fare il punto della situazione. "Il dossier viadotto è sulla mia scrivania da diversi giorni - ha dichiarato a Spoletonline l'Assessore -. Stiamo cercando di far presto perchè non possiamo permetterci di tagliare dal traffico turistico e commerciale il tratto tra Terni e Spoleto". E questo è l'unico modo per sminare il contenzioso giudiziario che il Comitato per il Viadotto ha aperto con l'Anas minacciandola di portarla in Tribunale per i danni provocati dallo stop alla circolazione dei mezzi pesanti.



I commenti dei nostri lettori

il cospaiese

4 anni fa

Io capisco che i ristoratori, i bottegari, della Somma che hanno guadagnato soldi per anni, sono preoccupati per un'alternativa a questo mattatoio di strada. Zengoni hai mai fatto la conta delle bare degli ultimi 20 anni?Anche la Tre Valli per come è strutturata oggi non risolve il problema, strada a scorrimento veloce, ma senza adeguati sistemi di sicurezza e per questo altrettanto pericolosa. Però per fare 24 km fino non ci si può impiegare 30 minuti. Da Spoletini pagate la miopia di amministrazioni incapaci. Foligno ha terminato una superstrada in 10anni. A Spoleto è dai tempi di Conti Sindaco che si sta parlando di un eventuale raddoppio della Tre Valli. Se poi volete continuare con questo cul de sac stradale e ferroviario, tutti i gusti sono gusti

sandrozengoni

4 anni fa

Buongiorno sig. Smith, io intanto scrivo chi sono!!!!!! Poi, se puo, mi deve spiegare quali sono i problemi che la Tre Valli risolverebbe alla città di Spoleto, secondo me aumenterebbe l'isolamento, i nostri collegamenti sono con Terni non con Acquasparta, o sostiene, anche Lei, che per andare a Terni e Roma, è più facile passare per la Tre Valli???? Inoltre, la nostra città ha una vocazione turistica, la Flamina è una arteria turistica, mentre la E45, non mi sembra,sia diventata un'autostrada, con un traffico per Tir. A Spoleto serve l'ammodernamento e la messa in sicurezza della Flamina.

Signor Smith

4 anni fa

Certo sono brutti momenti per i viadotti umbri... ma, come ci sentiamo ripetere dall'inizio del lockdown... cerchiamo di tramutare un "accidente" in un'occasione di crescita e miglioramento. Se davvero "La demolizione appare inevitabile", come sembra aver detto il direttore generale delle Grandi Opere dell'Anas, non sarà certo una soluzione tampone ad una corsia a risolvere il problema. Allora mi domando quanto ancora gli umbri chineranno la testa contro "i dardi dell'oltraggiosa sorte" facendo finta di dimenticare che la cosiddetta "3 Valli" è bloccata da anni mentre potrebbe risolvere molti problemi? Temo non quelli degli Zengoni.. ma non si può avere tutto.

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