politica

Amministrative 2021, chi ha vinto e chi ha perso: Catanossi il futuro della città, centrodestra sotto il giogo del ferroviere

 

L'elettorato spoletino impartisce le sue lezioni a chi cerca di intercettarlo, dividendo i 'buoni' dai 'cattivi'. Crolla la Lega, bocciati i 5 Stelle, bene Fd'I e soprattutto Alleanza Civica. Cintioli e Bececco si fermano, Catanossi sorpresa positiva

 

Non sarà certamente ricordata, quella del 2021, come la tornata elettorale spoletina che premia la coerenza. Questo non vuol dire che questo voto del 3 e 4 ottobre 2021 non abbia lezioni da imporre a chi, l'elettorato, cerca di catturarlo per andare ad amministrare la cosa pubblica. Ma che cos'è poi, in fondo, la coerenza? E dove finisce, soprattutto, per dare spazio a battaglie personali più che di principio? Gli elettori di Spoleto sembrano averlo capito, a modo loro si intende.

Cominciamo da chi ha perso, che facciamo prima: cominciamo dalla Lega. Nel giro di tre anni, il partito dei nudi e puri passa da 3 mila e 186 voti reali - pari, nel 2018, al 18,49% dei consensi - al misero, miserrimo 5,27%, che corrisponde a 856 voti validi. Una nullità. Una corazzata che affonda e un affondamento annunciato da vari segnali, a cominciare dal deserto dei tartari in piazza Garibaldi per il comizio di Matteo Salvini, qualche giorno fa. La Lega dei coerenti, di quelli che "con la Bececco no perché ci sono gli epurati della giunta de Augustinis" ma anche "con Grifoni no perché è democristiano e civico, invece il candidato lo vogliamo imporre noi", è naufragata nella fluidità del voto contemporaneo, che non perdona perché non ha ideologie, come ideologie non ha più chi tenta di intercettarlo. Il Carroccio, da oggi, è il terzo partito del centrodestra in città, dietro persino Forza Italia. Anzi, il quarto: poi vedremo perché. Nel frattempo sono attese le dimissioni dell'intero direttivo, a cominciare dai vertici.

Un altro coerente che paga dazio è Giancarlo Cintioli con tutte le sue liste, che messe insieme non vanno oltre il 13,93% a fronte di un candidato sindaco che si ferma al 12,82. Colpa del "voto utile" in casa centrosinistra? Oppure qualcuno è mancato alla parola data? Difficile dirlo, anche se i fedelissimi di Gian Piero Bocci hanno (quasi) tutti realizzato un risultato apprezzabile. Forse a mancare è stata l'energia dei nuovi, dei giovani - tanti - presenti nelle liste civiche a sostegno dell'ex consigliere regionale che però non hanno intercettato i consensi sperati. Sta di fatto che Cintioli, che per coerenza si è fatto espellere dal Pd, è il secondo dei grandi sconfitti dopo la Lega.

E siamo al terzo schieramento evidentemente perdente: quello di Maria Elena Bececco. L'ex vicesindaco di Fabrizio Cardarelli si è ritrovata da sola, ostracizzata dai suoi vecchi compagni di viaggio come anche dal centrodestra "classico", per così dire. Ha tirato dritto nel nome di un'idea futura, come la sua Spoleto Futura, la lista civica che al primo appuntamento ha sfiorato i mille voti piazzandosi al 6,14%, sesto risultato più importante di lista. Ma non poteva bastare, visto che era Forza Italia l'unico alleato della prof e che,  pur migliorando di qualche voto il risultato del 2018, non è andata oltre i 906 consensi per un 5,58% che rende il partito di Berlusconi la terza forza del centrodestra davanti alla Lega ma che, inevitabilmente, condanna il candidato sindaco a osservare il ballottaggio dalla tribuna con il suo 11,43% complessivo. Anche in questo caso la coerenza di difendere l'ospedale di Spoleto a costo di smettere di opporsi, per un po', al sindaco de Augustinis, non ha pagato. E che serva di lezione proprio la scelta dell'ex sindaco, che dopo aver annunciato una terza lista a sostegno del progetto ha fatto di colpo mancare il sostegno e i candidati. Non sarebbe cambiato nulla, ma mai fidarsi di nessuno in questo gioco.

Continuando con chi ha perso ecco l'eccezione che conferma la regola: il Movimento 5 Stelle. Il loro candidato, Sisti, raggiunge il ballottaggio ma i grillini, un tempo detentori in città del 13% dei consensi, dopo un turno di stop - 2018 - avrebbero fatto meglio a restare coerenti con loro stessi e a proseguire con il nascondino fra le altre liste civiche: 664 voti per un risicatissimo 4,09%, valevole per un consigliere comunale ma soltanto in caso di vittoria al ballottaggio. Raro caso di incoerenza che perde l'appuntamento con gli elettori di Spoleto.

Delle liste minori tipo Cambiamo, Spoleto Sì o il Popolo della Famiglia inutile discorrere. Con i loro "1 virgola" o "0 virgola" si commentano da sole e dimostrano, purtroppo, quanto a volte la battaglia di principio sia fine a se stessa oppure quanto sia lontana, spesso, la percezione che il politico ha del pensiero della cittadinanza. Passiamo piuttosto a chi queste elezioni le ha vinte.

A cominciare dal Partito democratico, che malgrado la miriade di liste civiche che lo hanno circondato sia dentro sia fuori il proprio campo, stampa un netto 13,27%, impensabile se si considera che accanto al Pd questa volta c'era Civici X (9,01), Eleggi Spoleto (2,39) più le quattro liste civiche del concorrente Cintioli di cui si è parlato poco sopra e quella del professor Catanossi, di cui tratteremo in fondo a questa analisi. Proprio la prestazione di Pd e Civici X ha consentito a Sisti di guadagnare agevolmente il ballottaggio, mentre il tracollo di Ora Spoleto è imbarazzante: 562 voti per il 3,46%, a fronte dei 1680 consensi del 2018 che erano valsi alla lista civica di Luigina Renzi il 9,75.

Bene, molto bene, anche Fratelli d'Italia che diventa il secondo partito del centrodestra di Spoleto davanti a Lega e Forza Italia: triplica i 506 consensi del 2018 (2,94%) e si attesta al 9,08 con 1474 voti validi. Un successo per Zaffini, Cretoni, Santirosi e company, che vedono premiato il loro lavoro di asfaltatura della precedente giunta comunale a differenza di quanto accaduto alla Lega, compagna di questo loro viaggio ma poi scomparsa a urne aperte.

Ma i veri vincitori del primo turno sono Alleanza Civica e Spoleto 2030. La prima lista è quella di Gianmarco Profili, puntuale come la morte nel battere il chiodo con una precisione invidiabile e a portare i suoi sodali in cima alla classifica delle realtà del centrodestra locale: 10,58%, 1717 voti. E' quello del ferroviere l'unico partito di centrodestra a restare in doppia cifra malgrado l'immane frazionamento. Un dato, questo, con il quale tutto il vecchio polo delle Libertà dovrà fare i conti in occasione di nuove, più prestigiose consultazioni elettorali.

A Fratelli d'Italia e Alleanza Civica si aggiunge, poi, la lista Obiettivo Comune di Sergio Grifoni, lo sfidante di Sisti al prossimo ballottaggio: l'uomo dell'associazionismo spoletino si ferma a 779 consensi, pari al 4,80%, ottenendo un risultato discreto che lo mette al sicuro da possibili ritorni degli altri concorrenti in chiave secondo posto. A dimostrazione, però, che il voto ricaduto su Grifoni è quasi interamente un voto di centrodestra, vista la natura politica dei due grandi alleati del candidato sindaco.

E poi c'è Diego Catanossi, la rivelazione di questo turno elettorale. Il giovane professore di filosofia corre da solo e fa bene ottenendo 1624 consensi per il 9,51% complessivo mentre la sua lista Spoleto 2030 chiude con appena dieci voti in meno di Fratelli d'Italia: 1464, pari al 9,02%. In segnale, quello di Spoleto 2030, che c'è una città che vuole voltare pagina con il passato, a costo di votare qualcuno che non ha alcuna possibilità, oggi, di diventare sindaco - una sola lista non dava spazio a speranze - ma che, proprio da stanotte, è già divenuto classe dirigente della Spoleto di domani, e forse già di quella attuale.

Adesso è il tempo degli incontri, delle trattative, delle offerte in chiave ballottaggio: a volte è il mercato delle vacche, a volte si tratta di intese programmatiche serie. La speranza è che siano queste ultime a prevalere da una parte e dall'altra, lasciando indietro le scorie dei veleni di sempre e proiettando Spoleto verso il domani. La possibilità di unire le migliori energie, le migliori intelligenze di questa città è adesso concreta. Basta essere coerenti con Spoleto.



I commenti dei nostri lettori

Roberta Privitera

3 anni fa

Qualunque sia il candidato eletto alla carica di sindaco di Spoleto, è cosa utile far sapere ai cittadini votanti -ammesso che qualcuno abbia ancora voglia di votare fra due settimane- che NESSUNO degli aspiranti a primo cittadino, né i partecipanti alla formazione della squadra di futuri assessori e vice, né nei programmi di amministrazione della cosa pubblica, compresa soprattutto la questione sanitaria, c’è un cenno alle CURE per la Sars cov 2. Le TERAPIE DOMICILIARI PRECOCI PER IL COVID 19 sono ignorate da TUTTI. Nessuno di loro è interessato alla salute pubblica e al ripristino dell’ospedale di Spoleto in tutte le sue funzioni. La soluzione è da più di un anno e mezzo sotto il naso di tutti, medici, amministratori e pazienti, ma NESSUNO l’ha MAI voluta fare propria, in primis chi sembrava spendere energie e parole più di altri, il City Forum guidato da Sergio Grifoni fino a poco prima che decidesse di candidarsi. La cosa non mi ha stupita visto che è un vizio tutto italiano di promuovere, incitare, poi fondare una associazione che si proclama in difesa dei diritti della collettività, per ottenere credibilità e visibilità e infine utilizzarla come trampolino di lancio per la personalissima carriera politica. MAI una volta è stata raccolta da Grifoni la voce di chi sapeva come risolvere lo stato di emergenza locale e non e i servizi ospedalieri locali e non con una sola mossa. Non parliamo poi del suo avversario, Sisti, che, appena sentite nominare la possibilità delle cure per il cov id 19, piuttosto che pseudo ‘vaccinazioni’ fintamente facoltative, perché in realtà rese obbligatorie da misure anticostituzionali come il Green Pass, ha rifiutato il dialogo con alcuni cittadini, allontanandosi di punto in bianco, senza nemmeno salutare. Questi sono i due politici, giunti al ballottaggio, che dovrebbero rappresentarci e fare il bene della comunità. Tanti auguri, Spoleto!

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