società
La storia di Spoleto in un nuovo libro
società
La storia di Spoleto in un nuovo libro
Si terrà il 30 settembre alla Galleria Polid'Arte la presentazione del volume 'Arrocco 2021-2022'
Immagini fotografiche e testi di Serafino Amato raccontano, in un volume dal titolo “Arrocco 2021-2022, Spoleto alta//bassa” (112 pagine, Ed. Nuova Eliografica Fiori, 2022), il presente di una città “luogo ricchissimo di testimonianze e di passaggi millenari” con “una visione non 'mitologica'” di una realtà che “anche nel breve arco di tempo di un trentennio ha avuto evidenti trasformazioni”.
L'opera, pubblicata in collaborazione con RAI Per il Sociale, sarà presentata venerdì 30 settembre 2022, alle ore 17:30 nella Galleria Polid'Arte di Spoleto (Piazza della Signoria 5/A / Via del Duomo, 27) nell'ambito della mostra “La terra: radici e vita” a cura di Anna Maria Polidori con opere di Livia Carta, Adriana Pignataro, Patrizia Borrelli. Introduce Anna Maria Polidori, intervengono gli autori del volume che verrà distribuito gratuitamente al pubblico presente.
Il volume “Arrocco 2021-2022. Spoleto alta//bassa” riporta una raccolta di interviste sul tema del lavoro in rapporto al territorio spoletino, ed un testo letterario di Lorenzo Pavolini. A completare il quadro, interventi di sintesi storica sulla città di Antonella Manni. Questo progetto, come afferma lo stesso autore, si configura come un “breve viaggio fra realtà perdute e sogni minimi al solstizio della Pandemia. Passaggi di persone ed eventi durante il Festival dei due Mondi, operai senza più lavoro” o lavoratori “atipici". In sostanza, uno spaccato antiretorico dello stato attuale colto con sguardo eccentrico, interpretato in modo personale, arbitrario, ma comunque veritiero. Una città come paradigma di un mondo sottoposto alla sfida di cambiamenti epocali e costretto dagli effetti della pandemia.
“La città, cresciuta intorno al Colle – scrive Serafino Amato -, domina un'ampia pianura ma sembra oggi arroccata, sebbene, la Rocca Albornoziana non inglobi all'interno delle sue mura la città che, infatti, dispone di una propria cerchia di mura. Esiste quindi una congiunzione e un distacco, elementi che sono, probabilmente, alla base di questa alterità. Mi pare si sia prodotta una distanza, come se la città vecchia, privata ormai dei suoi abitanti, tentasse di conservare unicamente le proprie mura. E’ evidente che la città, prima di ogni cosa, non può mantenere un rapporto sano senza un collegamento con il Bosco, ma il Ponte delle Torri è chiuso da quasi cinque anni. Il finto prete Matteo lo attraversa solo in immagini di repertorio e ai viandanti è impedito l’accesso dalla città fino al ventre del bosco. Una città non può 'stare bene' con pochissimi abitanti considerando che la maggior parte vive ormai nella pianura e anche lì la popolazione sta diminuendo. Soprattutto, nessuna città può sopravvivere se i desideri di chi la abita non sono ascoltati e soddisfatti almeno in parte. Questa è la convinzione che sta alla base di questo progetto. Usando una metafora scacchistica, l'arrocco parrebbe una pratica solipsistica mentre, al contrario, è una mossa che necessita di una serie di condizioni e una buona quantità di pezzi. L’intenzione è quella di ampliare l'ascolto alla base della collina e alla pianura, dove la città si estende, per restituire la parola a chi l'ha persa e porre il desiderio dei cittadini al centro di ogni possibilità di modificazione”.
I commenti dei nostri lettori
Non è presente alcun commento. Commenta per primo questo articolo!
Dì la tua! Inserisci un commento.