Salute
Ospedale: arriva il 'Gotha' della sanità regionale, ma le incertezze sul futuro restano
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Ospedale: arriva il 'Gotha' della sanità regionale, ma le incertezze sul futuro restano
Barberini, Duca e Fratini a Spoleto. Cardarelli attacca: Perchè a Perugia la Robotica è un simbolo mentre qui è quasi inutile?
Rimane nebuloso il futuro dell'ospedale cittadino. Non sono sufficienti gli interventi di riqualificazione del pronto soccorso e di ampliamento dell'hospice: serve infatti chiarezza sul ruolo che verrà riservato al "San Matteo degli Infermi" in seguito all'annunciata riorganizzazione della
sanità regionale. Un concetto ribadito ancora una volta ieri dal sindaco Fabrizio Cardarelli, nel corso dell'incontro dal titolo "Analisi e sviluppo dei servizi ospedalieri e territoriali nell'area spoletina" a cui hanno preso parte anche l'assessore regionale Luca Barberini, il direttore per le politiche della salute e coesione sociale della Regione Emilio Duca e il direttore dell'Usl 2 Sandro Fratini (sfiduciato dall'intero consiglio comunale).
L'affondo del sindaco Nonostante la presenza di progetti finalizzati alla ristrutturazione di alcune aree del nosocomio, come per esempio gli ambulatori e quelle che ospitano il servizio trasfusionale, diverse criticità sono ancora in attesa di una risposta. "È fondamentale - ha spiegato il primo cittadino - trovare una soluzione ai problemi relativi alla dotazione della pianta organica. Con Barberini abbiamo avviato una collaborazione che spero abbia riverberi positivi per tutto il territorio ma avremo successo soltanto in caso di una vera integrazione tra gli ospedali di Spoleto e Foligno, finora invece assente. Capiamo che ora non è più possibile avere doppioni ma chiediamo chiarezza: come mai, per fare un esempio, a Perugia la chirurgia robotica è considerata un simbolo mentre qui da noi quasi inutile? Siamo d'accordo che gli sprechi vadano evitati - ha fatto notare Cardarelli - ma è un discorso che deve coinvolgere tutte le strutture. Non accetteremo passivamente la spoliazione del nostro nosocomio".
Piano sanitario nel 2016 Dal canto suo Barberini, che nel corso della giornata ha visitato l'ospedale, il complesso di San Carlo e l'hospice partecipando poi nel pomeriggio alla riunione della commissione consiliare che si occupa della sanità, ha annunciato che il piano sanitario verrà discusso nei primi mesi del 2016. "Viviamo in un momento complicato: da un lato aumentano i bisogni della popolazione mentre dall'altro sappiamo già che le risorse a nostra disposizione saranno sempre di meno. In questo contesto - ha affermato - abbiamo scelto di lasciarci alle spalle il criterio di ospedale ‘fotocopia l'uno dell'altro' per pervenire invece ad una ridistribuzione e integrazione di funzioni tra ospedali dando una precisa 'mission' ad ogni struttura. È finita l'epoca dei nosocomi sotto casa: ai cittadini dovremo spiegare in modo chiaro che questo percorso non significa perdere qualcosa, ma migliorare attraverso altre strade".
La questione della robotica Che la robotica spoletina non goda però di grande stima da parte dell'Asl 2 lo conferma l'intervento di Duca, che ha ricordato (male) come sia stata proprio l'Azienda ad acquistare le strumentazioni necessarie e a fornirle all'ospedale locale: in realtà, il robot fu un "regalo" della Fondazione Cassa di Risparmio, della Banca popolare di Spoleto e della Spoleto Credito e Servizi che nel 1999 spesero circa un miliardo di lire per potenziare il reparto diretto all'epoca dal professor Luciano Casciola. Fratini, invece, si è soffermato sul costo "altissimo" di questa tecnologia specie se confrontata con il numero degli interventi effettuati: "Nel 2014 sono stati 40, mentre finora siamo a 60. Per incrementarli quindi - ha detto - vorremmo che il reparto avesse la funzione di catalizzatore delle competenze: metteremo quindi i professionisti degli altri ospedali nelle condizioni di poter utilizzare il robot al meglio".
Al quarto posto Il direttore generale ha parlato poi più in generale del "San Matteo degli Infermi" spiegando che "conta 134 posti letto e che quindi per dimensione è al quarto posto degli ospedali umbri. È stato oggetto di una grande ristrutturazione per oltre venti milioni di euro che permetterà di completare le procedure per l'accreditamento. Il vero e proprio valore aggiunto della struttura, però, è la qualità dell'assistenza".
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I commenti dei nostri lettori
GIOBATTA
10 anni fa
La solita e ripetitiva presa per ...............i fondelli
Il Corvo della rocca
10 anni fa
Mi auguro di no, ma se effettivamente il futuro del nosocomio dovesse dipendere dalla capacitá della politica di saper valutare, scegliere, curare, dirigere e amministrare, beh, stiamo freschi! Tutte le attivitá in mano alla politica si sa da dove provengono e non si sa dove finiscono. Da un sistema sanitario gestito dal loro apparato, avrei qualche perplessitá anche a farmi tagliare l'unghia di un piede un po' troppo cresciuta. Il loro è un labirinto "illusionistico", fatto di tante parole e di sole promesse, da dove uscirne è quasi impossibile. Molti politici, non capiscono nulla di nulla ma vogliono occuparsi di tutto. E a sentirli esprimersi nella gestione di sanitá, nei loro confronti, i migliori economisti e i migliori luminari, di qualsiasi settore economico o medico-sanitario essi appartengono, rischiano di fare una "magra figura" di dilettanti. Osano parlare di spreco dimenticando, che, spesso, il vero spreco, è rappresentato dal loro modo di gestire le cose. Basta osservare quello che succede, quasi ogni giorno, in alcuni settori pubblici della nostra "Bella Penisola". In questo marasma, si spera che almeno sappiano valutare e riconoscere quelli che sono i "meriti altrui" e le necessitá altrui, pensando che un giorno potrebbero essere loro stessi ad averne bisogno. Non dimenticando che la salvaguardia della vita e della salute è un diritto a cui devono poter accedere tutti i cittadini. Senza complicazioni causatagli dalla politica.
Erasmo da Rotterdam
10 anni fa
C'è del vero in quello che dice la signora Agnese. Come c'è del vero in ciò che dice la signora spoletina. Ma parlare del dottor Ceccarelli come allievo di Casciola, è come dire che Maifredi ha insegnato il calcio a Baggio.... Quanto agli allievi, direi che bisogna fermarsi a Bellochi. L'ultimo che ha detto, esimia spoletina, operava solo le appendici e le ernie inguinali.....Anche troppo.....
nicoletta
10 anni fa
Quata amarezza provo nel ricordare cio' che ha scritto la signora spoletina!!! La nostra grande Chirurgia annientata dai poteri politici ed io ho il terrire di vedere partire ancora dei bravissimi chirurghi. La volonta' di distruggere il ns ospedale e' evidente da diversi anni, forse non tutti abbiamo chiaro che cosa ci stiamo perdendo.
indiscusso e stimato
10 anni fa
A Daniela Lucidi auguriamo di incontrare nel lavoro e nella vita dirigenti corretti, preparati,competenti come il dott. Fratini il cui unico scopo e' sempre stato quello di far morire l'ospedale di Spoleto.
una spoletina
10 anni fa
La signora Agnese evidentemente è un po' distratta tanto che non si è accorta che il Dott. Casciola ha istruito una squadra di chirurghi oggi conosciuti non solo in Umbria ma in tutta Italia. Le dicono qualcosa i nomi del Dott. Ceccarelli (ovunque vincitore di concorsi), del Dott. Patriti (chiamato in tutto il mondo a tenere lezioni), del Dott. Bartoli, del Dott. Bellochi, del Dott.Valeri, tutti chirurghi valentissimi della scuola del Dott. Casciola? Lo sa che l'ospedale di Spoleto è stato uno dei primi in Italia a utilizzare il robot e che Perugia e Terni sono arrivate dopo? "A buon intenditor" è la cattiva politica che invade troppo il settore della Sanitá impoverendone la qualitá!
agnese
10 anni fa
E certo la colpa è sempre di un altro. Chi ah diretto per quindici anni la chirurgia mininvasiva a Spoleto ha lavorato così bene che non ha permesso di imparare/formare un chirurgo spoletino; spianandosi così la strada a Perugia e Terni che hanno bacini di utenza completamente diversi da Spoleto. Non la si racconta giusta anzi si parla sempre dell'effetto e NON DELLA CAUSA. A buon intenditor.....
daniela lucidi
10 anni fa
La politica ancora una volta, quando il Dirigente è corretto, competente, preparato, tenta di allontanarlo. Insomma per qualcuno ed associazioni andavano taroccati i concorsi. Complimenti al Dott. Fratini manager indiscusso e stimato.
velavevodetto
10 anni fa
la chirurgia robotica è una tecnica d'avanguardia, ineguagliabile per determinate patologie, ma anche costosetta. I costi, però, si possono abbattere se il robot lavora su più fronti (non solo per la chirurgia, ma anche per l'urologia e la ginecologia) e se, soprattutto, se ne incrementa l'uso (più sedute operatorie settimanali). E' quello che avviene in strutture sanitarie dirette da persone capaci ( vedi IEO di milano). A Spoleto non solo non si capisce il valore della tecnica (se ne chiede la padronanza ai candidati al primariato che poi viene assegnato a chi questa padronanza non l'ha) ma se ne ostacola in tutti i modi lo sviluppo (sedute operatorie ridotte all'osso) . Sia Perugia che Terni, di conseguenza, macinano numeri . Col risultato che , prima o poi, considerate le spese, la Regione dirá che il robot di Spoleto è improduttivo (Fratini giá lo va dicendo ad ogni piè sospinto ) e ,quindi, è da rottamare. Con buona pace di Cardarelli e delle istituzioni bancarie che hanno tirato fuori tanti soldini..
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