economia

Scs, la parola al Cda in vista dell'assemblea

 

 

Spoleto Credi to e Servizi, si scaldano i motori in vista dell'assemblea. Alla vigilia dell'assemblea dei soci della Spoleto Credito e Servizi, convocata in forma ordinaria e straordinaria nei giorni 14-15 ottobre al teatro Nuovo Gian Carlo Menotti, il Consiglio di amministrazione ha ritenuto di dover


rappresentare anche all'opinione pubblica spoletina e umbra l'attività svolta dalla società cooperativa ed i principali dati economico-patrimoniali della stessa. Ciò nella convinzione che, per il ruolo che ha svolto nel territorio sino alle note vicissitudini che ne hanno portato al commissariamento, la Scs rappresenti un ‘bene' che va al di là del primario interesse dei suoi circa 20 mila soci. Nella consapevolezza che proprio l'attenzione intorno alla Scs ed alla Banca Popolare di Spoleto può generare, magari a fronte di informazioni inesatte o parziali, valutazioni ed aspettative che poi non possono trovare riscontro nella realtà, si intende qui rappresentare attraverso l'oggettività dei numeri l'attività svolta e quella che la cooperativa può ancora svolgere, nella sue reali possibilità odierne e rispetto al suo reale ruolo di socio di minoranza della Bps. Di fronte a tanti ragionamenti sulla Scs (e conseguentemente sulla Bps) che è stata, che poteva e che potrebbe essere, noi riteniamo insomma che sia nostro dovere rappresentare, appunto attraverso dati oggettivi, ciò che oggi Scs è ed il  ruolo che può svolgere. Ciascuno poi, anche attraverso i dati che saranno qui riportati, può trarre le proprie valutazioni sui fatti che hanno portato alla situazione attuale.

La modifica dello Statuto e dell'oggetto sociale. I soci saranno chiamati alla modifica dello Statuto e dell'oggetto sociale, come da convocazione. In sintesi, si elimina dall'oggetto sociale ogni riferimento alle attività proprie degli intermediari finanziari (ex art. 106 del Testo unico bancario) e si cambia la denominazione in Spoleto Cooperativa Servizi, eliminando la parola ‘credito'. Ciò in ragione di una esplicita richiesta in tal senso da parte della Banca d'Italia, per la quale Scs, non svolgendo più un ruolo nel settore creditizio, non può comparire nel suddetto elenco degli intermediari finanziari. Al di là delle valutazioni su quale ruolo creditizio Scs abbia direttamente svolto anche in passato, si tratta dunque di un adeguamento tecnico che nulla toglie all'attività che la cooperativa è oggettivamente nelle condizioni di svolgere ed anzi aiuta semmai a fare chiarezza dal punto di vista dell'approccio ‘culturale'.

Le attività. Prima di addentrarci in letture contabili, questo Cda vuole illustrare le attività svolte, coerentemente con il nuovo ruolo indirettamente indicato anche dalla Banca d'Italia. Innanzi tutto, si è provveduto a consentire che gli immobili fossero nuovamente fruibili, per mostre ed attività culturali e d'interesse per il territorio.

Con l'Università di Camerino è stato avviato un progetto per l'attivazione di un master post laurea in Europrogettazione, attraverso il quale formare figure di esperti nell'intercettazione di risorse comunitarie per finanziare progetti ed iniziative di aziende private, associazioni ed enti pubblici. Un master che, oltre ad offrire concrete opportunità di lavoro per 20 giovani ed un sostegno alla competitività delle imprese del territorio, può essere occasione di introiti per la cooperativa stessa.

Inoltre, recependo le valutazioni della Bce circa la scarsa educazione bancaria in  Italia, con conseguenze nefaste sui risparmiatori,  è stato siglato un protocollo con Federconsumatori per effettuare incontri formativi con le fasce sociali piu deboli, scuole, centri sociali per anziani, ed altre.

Sono queste le azioni, unitamente ad altre in ambito socio-culturale, che sempre più dovranno connotare Scs, coerentemente con il ruolo che oggi può svolgere, in modo analogo a quello di una moderna Fondazione di estrazione bancaria.

L'elezione di tre membri del Consiglio di amministrazione. A seguito delle dimissioni rassegnate dai consiglieri Elena Piselli, Mario Arcangeli e Sandro Martinelli, motivate con sopraggiunti impegni professionali e personali, il Cda ha provveduto a cooptare i consiglieri Angelo Mariani e Maria Cecilia Venturi e Enrico Morbidoni  i cui mandati cesseranno in occasione dell'Assemblea. Nella quale, dunque, si provvederà all'elezione di tre consiglieri. Entro la data del 9 ottobre 2016 sono pervenute le candidature della lista composta da Venturi, Mariani e Morbidoni  nonché un'altra lista presentate rispettivamente dalla Dr.ssa Maria Cecilia Venturi e dalla Edilnardi di Nardi Marco indicando come candidati componenti del cda il sig. Walter Di Fusco, la sig.ra Rosanna Mazzoni e il sig. Stefano Di Fonzo.

I compensi degli amministratori. Si chiarisce che a questo Cda spetta un compenso di euro 100 annuali per ciascun amministratore, oltre ad euro 129 come gettone di presenza per ciascuna seduta del Consiglio. Somme che non sono state mai percepite e che il Cda stesso ha deciso di devolvere al Comune di Norcia per l'assistenza alle popolazioni colpite dal terremoto.

Il costo complessivo di funzionamento della Scs è oggi di euro 0,15 milioni annui, comprensivo della somma di euro 45 mila circa che la cooperativa paga di Imu sugli immobili di proprietà.

Prima del commissariamento, il costo della cooperativa (allora comprensiva di 6 dipendenti ed un direttore) ammontava ad euro 1,6 milioni nel 2011 ed euro 2,2 milioni nel 2012. Durante il commissariamento, in base ai dati a noi pervenuti, è stato di euro 1,65 milioni di cui: i) euro 0,679 milioni per il personale dipendente e per amministratori e sindaci; ii) euro 0,971 milioni per altre spese amministrative rappresentate da euro 0,576 milioni compensi a professionisti esterni, 0,112 milioni costi per assemblea di fine periodo commissariale, euro 0,103 milioni per imposte indirette ed euro 0,028 milioni per vigilanza Consob.

L'azione di responsabilità nei confronti di ex amministratori. E' questo un altro punto su cui i soci saranno chiamati ad esprimersi. Un punto, lo comprendiamo, che può generare incomprensioni o prestarsi a letture che possono muovere da personalismi. Ecco perché riteniamo sia opportuno fare chiarezza. L'azione di responsabilità nei confronti di alcuni ex componenti degli organi gestori e di controllo della Scs è stata avviata dai commissari straordinari. Nel giudizio innanzi al Tribunale di Perugia, i convenuti hanno eccepito l'azione stessa sulla base delle sentenze del 9 e del 20 febbraio 2015 con cui il Consiglio di Stato aveva annullato i decreti ministeriali di assoggettamento di Bps ed Scs alla procedura di amministrazione straordinaria. Tuttavia, la conferma in data 20 aprile 2015 da parte del Ministero dell'assoggettamento ad amministrazione straordinaria "con effetti a partire dall'8 febbraio 2013" ha confermato la legittimità dell'azione di responsabilità avviata dai commissari straordinari.

Successivamente, con ordinanza 11 luglio 2016, il giudice istruttore ha rigettato le eccezioni pregiudiziali sollevate dai convenuti ed ha altresì invitato Scs a provvedere, entro il 30 settembre 2016, alla propria costituzione in persona "dell'attuale organo amministrativo", differendo la trattazione della causa all'udienza del 20 ottobre 2016. E' stato dunque d'obbligo da parte della Scs depositare l'atto di nuova costituzione, trattandosi di un adempimento ordinario funzionale alla regolare prosecuzione del giudizio a suo tempo avviato dai commissari.

La condotta dei commissari straordinari. Che l'azione di questo Cda sia sempre stata mossa avendo come fine l'esclusivo interesse della cooperativa e dei suoi soci è del resto confermato dal fatto che proprio questo Cda ha incaricato un legale per verificare la legittimità delle condotte poste in essere dai commissari nel periodo di loro amministrazione; il parere del legale ha evidenziato, tra l'altro, la non conformità del bilancio nel periodo di amministrazione straordinaria, illustrato dai commissari nell'Assemblea dell'11 ottobre 2014 nonché dei pagamenti preferenziali.

Lo stato economico-patrimoniale e il concordato. Proprio l'assenza di un bilancio ‘canonico' (per l'intervenuta amministrazione straordinaria, con le carenza delle scritture contabili di cui sopra) ha non poco complicato il lavoro di questo Cda. Che ha comunque raggiunto un risultato a nostro parere molto positivo, oltre che quasi insperato: l'ammissione alla procedura di concordato preventivo.

Alla luce dei dati emersi al termine dell'amministrazione straordinaria, la Scs ha rischiato seriamente di veder scritta la parola ‘fine' alla propria esistenza. A fronte di un saldo di cassa disponibile di circa euro 403 mila risultante dopo la vendita del pacchetto azionario di 1.100.000 azioni bps e pagamento di debiti verso la sola Bps, risultavano debiti per circa 19 milioni tra cui la ereditata transazione con il Monte dei Paschi per euro 15 milioni da pagare in tre rate. La predetta transazione è oggetto di contenzioso e nel primo giudizio, poi reclamato è stata dichiarata l'inefficacia della transazione. 

Altresì da un analisi approfondita della situazione contabile, finanziaria e patrimoniale affidata a dei consulenti, sono emersi probabili e possibili rischi complessivamente stimati nella misura massima di € 14,6 milioni corrispondenti al deficit patrimoniale delle controllate legati a potenziali chiamate in causa ai sensi dell'art. 2497 cc (responsabilità delle società per attività di direzione e controllo delle società) da parte dei creditori, debiti che non sono stati presi in considerazione dalla gestione commissariale nel bilancio di chiusura e che peraltro si stanno manifestando con citazioni e arbitrati tuttora in corso (transazione Cucchetto, citazioni giudiziarie da parte delle controllate).

Tale situazione, l'illiquidità e l'incertezza dei valori dei cespiti in capo alla società (soprattutto la partecipazione della BPS), sono stati la base che hanno indotto il nuovo Cda a chiedere l'ammissione al concordato preventivo nel quale è proposto un rimborso del 40% circa per i debiti chirografari (suscettibile di incremento alla luce dell'evoluzione delle azioni legali intraprese a tutela della società e dei soci).

 Per completezza di informazioni, oggi la Scs sostiene la gestione grazie agli  incassi di canoni annuo di affitto di circa 70 mila euro l'anno, oltre ai dividendi per la propria quota di partecipazione in Bps (9%) che per l'anno 2015 è stato di 170 mila euro, parzialmente trattenuto da MPS (euro 120.000) in virtù della transazione sopra richiamata)

Il patrimonio immobiliare di Scs, a nostro giudizio in passato empiamente sovrastimato, è realisticamente stimabile in euro 4,8 milioni.

I soldi dei soci. Comprensibilmente, la domanda che la gran parte dei soci (quelli che non hanno interessi altri e che quindi poco si sono interessati al risiko sulle sorti della Bps e di quella che era la sua controllante), è stata e resta: che fine hanno fatto i miei soldi? Una risposta può essere data guardando non soltanto ai conti della Scs, ma congiuntamente a quelli della Bps e delle proprie partecipate.

Negli anni 2006-2009, successivamente all'accordo del 2004 con Monte dei Paschi di Siena che ha permesso alla Scs di dotarsi di liquidità per circa 30 milioni e per sottoscrivere il primo aumento di capitale di 40 milioni lanciato da BPS (versando la propria quota di 20 milioni di euro), la società ha riscosso i dividendi erogati da BPS con i quali ha potuto, in definitiva, sottoscrivere il secondo aumento di capitale BPS avvenuto nel 2009 (un anno prima della prima ispezione di Bankitalia), ancora per 20 milioni di euro per il mantenimento della propria quota al 51%.

Nello stesso periodo Scs sosteneva spese di gestione della Società pari a 1,7 milioni  di euro medio annuo (costi del personale, amministrativi, consulenziali, ecc), partecipava in nuove società che hanno effettuato investimenti immobiliari nel ternano (Villa Palma), concedendo alle stesse finanziamenti cospicui; solo nel 2012 circa 2,5 milioni di euro.

Da sottolineare che partecipazioni e crediti verso le partecipate ternane sono state completamente svalutate nel corso della gestione commissariale, in quanto le stesse erano entrate nella procedura concordataria prevista dalla Legge Fallimentare.

E' da sottolineare infine che i danni la Cooperativa ha "sfruttato" la circostanza della prescrizione dei dividendi che avrebbe dovuto pagare ai propri soci che tuttavia non ne hanno fatto richiesta, facendo così residuare nelle casse di Scs un ammontare di circa 3 milioni di euro nel periodo che va dal 2004/2012.

 Motivi del commissariamento: i principali motivi del commissariamento sono legati soprattutto ai rilievi ispettivi delle ispezioni  di banca d'italia del 2010 e del 2012, che rilevarono, aldila di specifici addebiti giudiziari agli ex amministratori oggi parzialmente ritenuti legittimi dal Tribunale di Spoleto, specifiche carenze organizzative, bassa qualità del credito e inadeguatezza degli investimenti rispetto al capitale della società, che hanno indotto bankit e il governo al commissariamento. La piu che prudenziale gestione commissariale ha determinato, soprattutto nell'adeguamento delle coperture dei crediti deteriorati (NPL) pesanti perdite della partecipazione che ha svilito il valore di libro della scs.

I rapporti con Banco Desio. Letture ‘di parte' su quanto avvenuto in questi ultimi anni intorno alla Scs ed alla Bps hanno portato alcuni ad effettuare valutazioni circa il rapporto dell'attuale governance della cooperativa con la nuova controllante della banca. Approfittiamo di questa occasione per chiarire che i rapporti con Banco Desio sono di mera natura commerciale, senza con questo volerne dare alcuna valutazione di merito. Certo, la valutazione che la vendita della quota di maggioranza operata dai commissari su indicazione della Banca d'Italia sia ormai un fatto incontrovertibile, ha portato questo Cda della Scs a cercare con il nuovo socio, ora di maggioranza, punti d'intesa laddove possibile, nell'interesse della città di Spoleto e del territorio umbro. Non sempre questo è avvenuto, come testimoniano scambi di corrispondenza anche aspri tra i nostri uffici e quelli di Desio-BPS. Ma non c'è stato un atteggiamento di preconcetta chiusura che, riteniamo, sarebbe stato dannoso.

A seguito dei  fatti avvenuti sino all'ottobre 2014, Scs si ritrova con la situazione economico-patrimoniale illustrata ed a detenere il 9% della Bps prima controllata. Il futuro? Lo deciderà l'Assemblea dei soci, dando mandato nel 2017 alla governance che seguirà questo Cda.



I commenti dei nostri lettori

Centurione

8 anni fa

che dire, una vicenda, quella riportata dall'attuale CDA, molto articolata, vorrei dire intricata, perversa, dove però traspare chiaro che qualcuno ci ha mangiato a quattro ganasse fino al 2014. come mai non c'è nessun organo giudiziario ad aprire una vera, onesta e esaustiva inchiesta? so comunque che i tanti risparmi di mio Padre sono andati in fumo, così come quelli di chi aveva affidato i propri risparmi alle banche , MPS ed altre, che ora questo governicchio renziano, tenta di salvare. come mai non si salva anche la nostra SCS, Credito e Servizi? PS: nell'ultimo capoverso di "Lo stato economico-patrimoniale e il concordato", vi è un aggettivo che forse dovrebbe essere modificato in "ampliamente", oppure quel "empiamente" è assolutamente, come vorrei che sia, voluto?

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