cronaca
Villaggio Deltaplano, l’ecomostro di Castelluccio di Norcia
cronaca
Villaggio Deltaplano, l’ecomostro di Castelluccio di Norcia
Per il WWF di Perugia si tratta 'di uno dei peggiori e misconosciuti scempi ambientali'
Riceviamo e pubblichiamo l'intervento di Sauro Presenzini, presidente WWF Perugia, in merito alla realizzazione a Castelluccio del villaggio commerciale.
Se non lo facessi, se per convenienza tacessi, badando ai fatti miei, mi si strozzerebbero le parole in bocca. Per me, da cittadino militante e informato, la parola contraria non solo è un dovere, ma soprattutto un diritto (quando ne ricorrono i presupposti, come in questo caso). Ho, per il ruolo che ricopro, il dovere di capire, di studiare, di approfondire,
e poi ovviamente anche il dovere d’informare! Parola contraria, è semplicemente dire le cose come stanno, diritto che si rafforza quando si è consapevoli del fatto, che oggi si è “sudditi di un potere” che in perfetta solitudine, decide del nostro futuro. Lo Stato, la Regione, non è un’azienda che eroga servizi, è invece (o meglio dovrebbe essere), un luogo dei diritti. Per evitare quindi che il mio vocabolario si possa ammalare di reticenza, di autocensura, esprimo in forma libera il mio pensiero, a beneficio di tutti. A Castelluccio, la sua gente ora fuori dalle case dalle aziende a causa del terremoto, deve poter tornare prima possibile a vivere e a lavorare come finora ha fatto, in armonia con l’ambiente e la natura e dalla quale in maniera generosa ha tratto il suo benessere, il suo reddito.
Ed è anche per questi motivi che Castelluccio rappresenta un simbolo di interesse generale (non locale) non solo italiano ma è da sempre stata icona per il mondo intero, il percorso per la sua vera rinascita, esige quindi una partecipazione effettiva, la più ampia possibile, coinvolgendo tutti gli attori (e non solo alcuni, di tipo imprenditoriale e politico), ma anche le Associazioni ambientaliste per un reale confronto tra visioni, soluzioni e progetti (plurale), possibili, in luogo dello (stranamente) unico progetto segretamente calato dall’alto, imposto senza effettiva discussione e confronto partecipativo, per poi chiamarlo con vari artifici lessicali in 1000 modi diversi, che non cancellano però quel che è: un edificato, che occuperà una superficie di migliaia di metri quadrati, sotto il centro abitato di Castelluccio, nel versante che guarda il Pian Grande. In tale villaggio verrebbero delocalizzate “transitoriamente” – e cioè per almeno 15- 20 anni, quanto durerà la ricostruzione – numerose attività produttive ed economiche tra cui dieci ristoranti, tre caseifici, otto negozi. Ciò comporterà un enorme sbancamento e, inevitabilmente, la realizzazione di un megaparcheggio in grado di accogliere migliaia di visitatori, con conseguente ulteriore consumo di suolo. Il tutto realizzato in deroga alle norme di tutela, ignorando il Parco e la partecipazione democratica dovuta, per scelte di tale portata e impatto, che ipotecano il futuro dei territori.
La ferita dell’ecomostro inferta dal “deltaplano” sarà visibile dal Monte Vettore, dal Pian Grande e dal Pian Piccolo, condizionerà e stravolgerà per sempre il paesaggio di Castelluccio, il suo “colpo d’occhio”, sottolineando ulteriormente l’ipocrisia della transitorietà. Ed è su questo singolo aspetto, seppur non l’ultimo e nemmeno dei più gravi, che si basa il mio intervento per far comprendere l’inganno semantico e progettuale, usato disinvoltamente per dis-informare. La permanenza del villaggio sarà “transitoria/temporanea”, …ma non sono fissati i limiti di tempo, per detta struttura “temporanea” sarà necessario quindi gettare delle fondazioni, eseguire opere di urbanizzazione, cementificare e impermeabilizzare suoli per la realizzazione di parcheggi a servizio delle attività, che furbescamente, non sono state al momento previste/visualizzate in progetto, …forse per non spaventare troppo. Ben sappiamo purtroppo che nulla è più stabile in Italia, che qualcosa di provvisorio. “Transitoriamente” quindi, se tutto andrà bene, il "villaggio" permarrà pertanto, come già detto, per tutto il tempo della ricostruzione, almeno 15-20 anni, di più, non sono stati accantonati e previsti i fondi necessari per la sua dismissione. Non sono state previste in progetto, le modalità e la tempistica di smantellamento, ne per esso è stata prevista garanzia fideiussoria, che garantisca l’effettivo smantellamento delle opere cosiddette provvisorie. Non è stato previsto, scritto nero su bianco, che non ci sarà la possibilità di derogare al divieto di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi. Ecco, questa garanzia scritta, sarebbe di per se sufficiente a vincere tutte le pregiudiziali, …peccato non stia scritta da nessuna parte.
Questo sarebbe stato un serio vincolo garantista verso la collettività tutta, sia regionale che extra-nazionale senza ipotecare/compromettere la bellezza dei nostri territori, altrimenti ci verrebbe da pensare in maniera maliziosa, che qualcuno con la scusa del terremoto, vuol realizzare attività commerciali permanenti, affacciate sulla vallata più bella del mondo. Il WWF, da sempre condanna tutti i crimini e gli scempi perpetrati da chiunque, proprio perché si capisca la differenza tra l’ambientalismo di servizio e quello di potere. Il WWF non poteva tenersi in disparte a riflettere, questo non ci era possibile per una serie di fatti che coinvolgono le nostre sensibilità e responsabilità. Amare il proprio territorio significa conoscerlo, difenderlo, magari anche con una buona dose di ingenuità forse, ma con tanta decisione, desideriamo proteggere la bellezza, il futuro. Ci lanciamo in questa lotta in modo convinto, comunque appassionato, anche rischiando di essere il “Don Chisciotte” della causa, perché l’illusione, il sogno, la bellezza non debba morire. Noi non possediamo la proprietà del bene, ma abbiamo comunque il dovere morale di richiamare a questa necessità, il cittadino, lo spettatore, il turista, sperando con il loro aiuto, con la loro forza di respirare la rinascita. Questo è il momento di fare la scelta giusta (per sempre), che è cosa ben diversa dal fare la scelta più conveniente al momento. A queste condizioni, questo progetto era e rimane inaccettabile, in quanto l’incompatibilità ambientale non è un problema aggirabile, ma un dato di fatto, tenuto conto della bellezza del sito e delle sue valenze paesaggistico-ambientali. Idee diverse, progetti diversi sono possibili, per raggiungere lo stesso obbiettivo.
Perché si è operato in maniera tartufesca!??
Fai una donazione a Spoletonline per aiutare il nostro progetto
I commenti dei nostri lettori
Giuliano
8 anni fa
X RossoNera; Premesso che io interessi in merito non ne ho, tengo anche io alla valnerina credo come pochi. Io spero, anzi esigo che il tutto sia smantellato, fatto questo rimane un piazzale, che non deriva da uno sbancamento, giá è così. Quindi se viene usato per non lasciare le auto sui prati, senza ovviamente asfaltarlo ma tenuto come è con la breccia o il breccino il danno qual'è. Quando in inverno è vuoto non si vede nulla di diverso da quel che era, l'estate le auto parcheggiano senza pestare un filo d'erba. Non mi interessa chi è oggi il sindaco che voleva il parcheggio o chi sará quello di domani.
Rosso Nera
8 anni fa
Caro Giuliano, ti sei tradito!!! "mantellato il tutto potrá riconvertirsi in un parcheggio che serviva anche prima del terremoto" Qui casca l'asino. L'ecomostro del parcheggio era infatti previsto da Alemanno, ma è stato fortunatamente arrestato. Ora grazie al tuo commento sono diventati chiari quali sono i vostri interessi. Approfittare della tragedia per fare passare quello che prima era stato fermato. Questo si chiama sciacallaggio.
Giuliano
8 anni fa
Le attivitá prima di tutto, non si può gridare allo scandalo per l'utilizzo di una ex cava, che smantellato il tutto potrá riconvertirsi in un parcheggio che serviva anche prima del terremoto, o meglio le auto sui prati? Rifare il paese, anche una parte comporta tempi neppure lontanamente paragonabili a quelli di una struttura del genere.
Rosso Nera
8 anni fa
Troppe cose non tornano in valnerina. A Castelluccio era previsto un mega parcheggio, per fortuna bloccato. Ora, con questo villaggio, un parcheggio sará previsto per forza. Dove vanno i clienti dei 10 ristoranti? e dove vanno i camion per prendere le merci dei caseifici? Se si fa questo mostro, ahimè, il parcheggio è cosa ovvia. Mi sembra che questo maledetto terremoto riuscirá a sbloccare i piani di Alemanno. Se si aggiunge il progetto del metanodotto intercontinentale che, attraversando tutto l'appennino, passerá anche fra Cascia e Norcia, mi sembra che il panorama ecologico della valle rischia di mutare per sempre. Con esso il panorama sociale. La composizione sociale degli abitanti: quanti giovani lavoratori trovato un impiego fuori potranno tornare o vorranno farlo, passati 15-20 anni? Quanti invece costruttori, albergatori, diventeranno nostri concittadini nei prossimi decenni. Quanti nuovi "romani" (come si dice da queste parti) compreranno la casa a chi non vuol proprio saperne di tornare? a quale prezzo? Una valnerina diversa, temo non migliore di quella che ricordiamo. Capisco il dramma dei castellucciani. A loro dico: non facciamo la guerra tra poveri. A loro dico: non permettete che attraverso le soluzioni al vostro problema si facciano passare piani giá previsti da altri per i loro interessi. Non siamo fessi. Un abitante della valnerina
Giorgio
8 anni fa
L'inadeguatezza di chi non si rende conto del tessuto produttivo di Castelluccio. Siete il medioevo.
Giuliano
8 anni fa
Ma il problema del parcheggio sorge ora? Non era lo stesso l'anno scorso con le medesime attivitá nel paese? Si è abusato delle emergenze è vero, ma per una volta che si agisce per un'emergenza vera è scandalo.
Giorgio
8 anni fa
"Questo è il momento di fare la scelta giusta (per sempre), che è cosa ben diversa dal fare la scelta più conveniente al momento. " Belle parole ! Intanto (conoscendo la burocrazia italiana) gli abitanti, gli operatori, gli allevatori ecc. di Castelluccio vengono a mangiare a casa sua vero?!?!?!?
Dì la tua! Inserisci un commento.