le interviste di Sol
'Condividere per partecipare, decidere e crescere insieme'
le interviste di Sol
'Condividere per partecipare, decidere e crescere insieme'
Camilla Laureti, candidata sindaco per il centrosinistra, parla della sua visione di Spoleto. 'Facciamo tornare le nostre giovani eccellenze sparse per il mondo'
Laureti, ci dica qual è il principale punto di forza di Spoleto e quale, al contrario, la sua principale debolezza. "La nostra città ha una forte vocazione culturale internazionale. Spoleto è un brand forte, dato che concentra i molti luoghi di incontro sociale e culturale - cinema, teatri, piazze - con una qualità della vita notevole dal punto di vista ambientale e naturalistico. Abbiamo a pochi
chilometri una montagna importante, preservata, con luoghi dello spirito riconosciuti come il Bosco Sacro di Monteluco. Inoltre Spoleto è al centro della nostra Penisola, è il portale per la Valnerina, è un gioiello incastonato in una posizione strategica. Ecco, credo che tutti questi fattori messi insieme creino sviluppo economico. Il punto è metterli a sistema, anche se questa è un'espressione un po' vecchiotta che non mi emoziona molto. Preferisco dire 'condivisione'. Ecco, proprio la mancanza di dialogo e di condivisione è, a mio avviso, la principale debolezza attuale di Spoleto, sulla quale intendo lavorare da subito. Il discorso vale anche per il distacco tra città e frazioni. Non è un caso che la mia sede elettorale sia a San Giovanni di Baiano: tengo molto al territorio, alla periferia di Spoleto".
In che modo intende lavorare sulla condivisione? "Tanto per cominciare, se sarò eletta sindaco entro i primi 100 giorni dal mio insediamento convocherò tutti i miei colleghi del territorio. Voglio stringere alleanze con i sindaci della Valnerina, della Piana Spoletana, delle terre del Vino. Da Montefalco ad Assisi fino a Norcia. Non è una questione di confini territoriali, quanto di temi che ci accomunano. Insieme saremo molto più forti, in ogni sede: dalla Regione ai Ministeri, fino alla sede più importante: Bruxelles. Favorire lo sviluppo economico, insomma, non vuol dire soltanto dotare un territorio di infrastrutture".
Ovviamente. Anche se è indubbio che Spoleto necessita di migliori collegamenti. "Certo. Penso alla Tre Valli da completare, penso al Freccia Bianca che deve fermare anche qui da noi, penso alla necessità di migliore efficienza dei trasporti di cui c'è indubbio bisogno, considerando anche la nostra vocazione turistica e culturale. Ma poi penso anche all'aspetto sociale che la parola "collegamento' sottintende".
Cioè? "E' chiaro che quello del collegamento è un tema sociale: un sindaco, per quanto affiancato da una buona squadra di assessori, può operare in maniera efficace ma solo fino a un certo punto. Lo stesso sindaco, con quella stessa squadra di assessori, affiancato dai dipendenti comunali e dai cittadini motivati e consapevoli, può raggiungere qualsiasi obiettivo. La lezione del 'collegamento', della condivisione, l'ho appresa durante i miei 18 mesi da assessore al Turismo".
Ce la spieghi, per favore. "Poco dopo il mio insediamento ho cercato il dialogo coni commercianti della città, che così tanto hanno risentito della crisi. Il mio intento è stato quello di creare comunità fra i colleghi del commercio, che si trovano ad operare in una città turistica e che pertanto, come tali, rappresentano uno dei biglietti da visita di Spoleto. E' chiaro, no? Una città che riceve dei visitatori deve eccellere sotto l'aspetto del decoro urbano, l'accoglienza e la gentilezza".
Decoro urbano e accoglienza sono compito dell'amministrazione: certo, la gentilezza non la insegna il sindaco... "Non sono d'accordo. Una giunta, se si pone in un certo modo con la città o con i dipendenti comunali, forse riesce a trasmettere anche la gentilezza".
E la giunta della quale Lei è assessore uscente si poneva in quel modo, secondo Lei? "Sì. La giunta da cui esco era così. Basta pensare a come ha risposto Spoleto quando il sindaco ci ha lasciato: abbiamo tutti visto cosa pensa la città di lui".
A proposito di turismo, il tema della mobilità alternativa è cruciale per Spoleto. Al momento il suo mantenimento consuma 2 milioni di euro l'anno, fondi che vengono attinti da un milione e 300 mila euro di multe che potrebbero invece essere utilizzate per la manutenzione stradale. "La mobilità alternativa esiste. E' il risultato di un investimento molto elevato, realizzato anche con fondi europei. La mia visione di Spoleto è quella di una città senza auto. Per realizzarla, però, vanno cambiate le abitudini dei cittadini. Mi rendo conto di quanto ciò sia difficile: come esseri umani siamo restii, per natura, ad accettare anche il più piccolo mutamento delle nostre routine. In questo senso la mobilità alternativa rappresenta un cambiamento radicale: tuttavia è un cambiamento necessario. Pensiamo a questo: delle migliaia di visitatori annuali che raggiungono Spoleto, non ce n'è uno che si lamenti delle scale mobili o del tapis-roulant, ma anzi apprezzano la nostra mobilità alternativa. Ne sono affascinati, tanto i turisti quanto i rappresentanti istituzionali: l'ultimo in ordine di tempo è stato il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani".
E' tutto più che condivisibile, ma come si mantiene la mobilità alternativa? "Incentivando i parcheggi alla Posterna e nelle altre strutture. Se i parcheggi coperti fossero sempre pieni di automobili, come accade ogni tanto, avremmo e risorse per mantenere la mobilità alternativa. Penso a una gestione positiva, basata sull'efficienza: la mobilità alternativa si deve finanziare con i parcheggi più che con le multe".
Torniamo allo sviluppo economico. La precedente amministrazione non ha avuto un Assessorato in tal senso, preferendo delegare un consigliere comunale. Lei che progetti ha? "Lo sviluppo economico deve incidere in chiave lavoro. Penso che ci voglia un assessore allo Sviluppo economico. Dobbiamo lavorare per favorire i nuovi lavori, le nuove imprese, i nuovi imprenditori. E ci piacerebbe, ovviamente, che questi nuovi imprenditori fossero giovani, meglio ancora se spoletini. Possiamo attrarre investimenti nel nostro territorio tramite una no tax area per le start-up. Possiamo dividerci gli oneri con le nuove imprese che creano lavoro sul territorio, anche grazie all'area di crisi non complessa".
Ha già in mente il nome di questo come di altri eventuali assessori? "Di alcuni sì, ma preferisco non anticipare nulla per il momento".
A proposito di giovani spoletini, chi Le gestisce la campagna elettorale è proprio un giovane spoletino... "Sì, Alessio Carciofi. E' un esperto di marketing turistico e territoriale. Segni particolari: non ha mai lavorato a Spoleto. Credo che questo dica tutto. Come Alessio, che per inciso è anche candidato nella mia lista, ce ne sono molti in giro per l'Italia e anche fuori dal nostro Paese. Giovani spoletini che si formano, si laureano e poi vanno via perché qui non trovano sbocchi professionali".
Ritiene possibile riportarne a casa almeno un po'? "Possiamo e dobbiamo farli tornare a casa: ne sarebbero felici. Qui hanno lasciato il cuore. Se saremo in grado di offrire a questi giovani spoletini l'occasione di tornare e di portare in modo pratico tutto ciò che hanno imparato, avremo dato alla città un valore aggiunto reale. Questa è una mia priorità precisa".
Un argomento cruciale, a Spoleto, riguarda il sociale, tema sul quale ci sono tutti i bandi quinquennali in scadenza il prossimo 7 giugno. Cosa pensa di fare per non limitarsi a subire, per i prossimi cinque anni, quanto fatto dall'amministrazione uscente? "Nel nostro programma abbiamo posto molta attenzione nei confronti del sociale. La nostra sensibilità politica ci impone di adoperarci affinché nessuno resti indietro. Lavoreremo per le persone e per i luoghi di aggregazione sociale. Anche sulla sanità e sul welfare abbiamo intenzione di mettere in campo molte iniziative, a cominciare dall'ospedale diffuso. Venendo ai bandi, sono stati pubblicati poiché i servizi erano evidentemente scaduti. Ma io non mi limito a pensare al sociale come alla cooperazione fra il Comune e le cooperative sociali. Dove non arrivano le istituzioni arriva una cooperativa, per fortuna. Vale per il Comune come per lo Stato. La collaborazione è centrale, e vale anche fra differenti cooperative sociali. Se sarò io il sindaco mi piacerebbe che il tavolo delle cooperative sociali si riunisse spesso. La partecipazione è una mia precisa caratteristica: intendo applicarla alla mia amministrazione".
Ultima, in chiusura, su eventuali apparentamenti in caso di ballottaggio. "Li escludo. La nostra proposta originale non subirà variazioni in chiave elettorale. Andiamo avanti così come ci siamo presentati, da subito, agli elettori".
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