cultura e spettacolo

Presentato il programma della 61esima edizione del Festival dei Due Mondi: arriva il premio Oscar Marion Cotillard

 

La famosa attrice protagonista dello spettacolo 'Jeanne d’Arc au Bûcher' che chiuderà la manifestazione. Si comincia il 29 giugno con l'opera 'Il Minotauro'

 

Sarà l’opera lirica in 10 quadri “Il Minotauro”, commissionata alla compositrice Silvia Colasanti, ad inaugurare il 29 giugno la 61esima edizione del Festival dei Due Mondi. A chiuderla, invece, non più il tradizionale concerto in piazza Duomo


bensì l’oratorio drammatico “Jeanne d’Arc au Bûcher” con l’attrice premio Oscar Marion Cotillard (per la prima volta a Spoleto) ed il regista BenoÎt Jacquot, uno dei più raffinati autori della cinematografia francese. Ad annunciarlo è stato il direttore artistico della manifestazione Giorgio Ferrara, nel corso della conferenza di presentazione ufficiale del programma tenutosi oggi a Roma. Numerosi gli eventi inseriti in cartellone, tra un omaggio al Teatro Lirico Sperimentale: “in segno di forte solidarietà”, infatti, il 3 luglio al teatro Romano avrà luogo lo spettacolo “Cenerentola insieme” ideato nell’ambito del progetto “Canto per la Valnerina - Opera partecipata”, che coinvolgerà 115 artisti la maggior parte dei quali provenienti dalle zone colpite dal sisma del 2016.

I Concerti di mezzogiorno saranno eseguiti dai giovani talenti provenienti dai maggiori conservatori italiani e vincitori del Premio Nazionale delle Arti. I Concerti della Sera saranno a cura del Conservatorio "Francesco Morlacchi" di Perugia. Una coproduzione internazionale, alla quale ha contribuito il Festival di Spoleto, porta in scena la nuova versione di The Beggar’s Opera di John Gay e Johann Christoph Pepusch, con l’ideazione musicale di William Christie e la regia di Robert Carsen.

La danza è rappresentata dai coreografi Lucinda Childs, Jean-Claude Gallotta e John Neumeier. 
Alla sezione Teatro, partecipano, fra gli altri, Adriana Asti, Corrado Augias, Alessandro Baricco, Franco Branciaroli, Lucia Calamaro, Romeo Castellucci, Victoria Chaplin Thierrée e Aurélia Thierrée, Rezo Gabriadze, Emilio Gentile, Marco Tullio Giordana, Manuela Kustermann, Silvio Orlando, Ugo Pagliai, Massimo Popolizio, Letizia Renzini, Daniele Salvo. 

Prosegue la ormai decennale collaborazione con l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica "Silvio d’Amico" e con le principali scuole di teatro europee con il progetto "European Young Theatre", una grande palestra della creatività, per i futuri protagonisti del teatro in Italia e nel mondo. Continuano le collaborazioni del Festival con istituzioni artistiche italiane e straniere: la Fondazione Teatro Coccia di Novara, il Festival di Ravenna, il Teatro Metastasio di Prato, il Napoli Teatro Festival, l’Emilia Romagna Teatro, il Théâtre des Bouffes du Nord, il Festival Internacional de Musica de Cartagena, il Vakhtangov State Academic Theatre of Russia. Inoltre, a seguito del protocollo d’intesa firmato nel 2017 con il Bureau for External Cultural Relations Ministry of Culture, People’s Republic of China, sono in via di definizione progetti di coproduzione per il 2019.

Lo spazio "pop" che il Festival offre al suo pubblico è affidato quest’anno a Francesco De Gregori. 
La Fondazione Carla Fendi, presieduta da Maria Teresa Venturini Fendi, si apre alla Scienza e presenta una mostra di carattere storico-scientifico dal titolo Il Mistero dell’Origine. Miti, Trasfigurazioni e Scienza. 
Il Premio Carla Fendi andrà a Peter Higgs e François Englert, vincitori del Nobel per la fisica 2013 e a Fabiola Gianotti, fisica delle particelle, Direttore del Centro Europeo di Ricerca Nucleare di Ginevra.

Il Festival di Spoleto ha il sostegno di: Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Regione Umbria, Comune di Spoleto, Fondazione Carla Fendi, Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto, Banca Popolare di Spoleto del Gruppo Banco Desio, Intesa SanPaolo, Monini, Fabiana Filippi, Enel e BMW - nuovi sponsor da quest’anno - e molti altri.

La Rai rinnova l’accordo di mediapartnership, riservando al Festival una specifica programmazione su Rai Cultura, RaiNews24, RaiRadio 3 e Ray Play, oltre che sul portale www.rainews.it, con collegamenti quotidiani in diretta, interviste e servizi, e con la realizzazione di uno spot che verrà trasmesso sui principali canali TV. Il quotidiano la Repubblica sarà quest’anno, nuovamente, media partner, per supportare e dare spazio al filone culturale espresso dal Festival. Torna a sostegno del Festival anche Il Messaggero, che garantirà una copertura su web e social network. E continua la collaborazione con il Corriere della Sera che ospita sulle sue pagine la comunicazione della manifestazione.

Il programma completo è disponibile sul portale ww.festivaldispoleto.com/index.asp



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I commenti dei nostri lettori

Risposta a Giancarlo Ferrara.

7 anni fa

"Criticare a priori le scelte artistiche?...." No, Signor Giancarlo Ferrara, è Lei che sta sbagliando nel dare questa interpretazione al mio commento. Infatti, il commento a cui Lei si riferisce non contiene nessuna critica. È una semplice riflessione, o una constatazione, (scelga Lei il termine che preferisce), di un semplice cittadino su ciò che dalla sua nascita ha sempre caratterizzato e contraddistinto la chiusura del Festival dei Due Mondi. (Che sappia io, almeno così veniva chiamato originariamente). E se una volta il suo Fondatore ha voluto concedere un' eccezione, ciò non vuol dire che intendesse volerla ripetere. Senza volerlo, Egregio Signor Giancarlo Ferrara, se questo argomento avrá un seguito, deve prendere atto che è stato proprio Lei che ha innescato la critica, interpretando a modo suo il mio commento. Detto questo, Egregio interlocutore, Le giungano graditi i miei più distinti saluti.

Zorro

7 anni fa

spoleto ed il festival meritano molto di più bisognerebbe ricordare ed imporre a chi si occupa del festival che servono forse meno soldi meno posti edulcoranti e più attori. basta con i prenditorori a spoleto deve venire chi ama la cittá il festival e la sua cultura signor ferrara studiare questo festival o meglio rassegna culturale è semplicemente studiare e leggere il nulla, ma comunque lo farò solo se questa governante studierá chi era gian carlo menotti!

portafuga

7 anni fa

L'importante è che sia Adriana,,,,,,,

Giancarlo Ferrara

7 anni fa

Peccato che c'è gente che critica a priori scelte artistiche, ignorando la storia del Festival.... La Giovanna d'Arco giá chiuse il Festival Menottiano nel 2000 con Chiara Muti giovanissima protagonista. Sotto il comunicato di AdnKronos facile da reperire online Archivio . AdnKronos . 2000 . 07 . 15 SPETTACOLO FESTIVAL SPOLETO: CHIARA MUTI CHIUDE CON ''GIOVANNA D'ARCO'' DOMANI SERA AL DUOMO L'ORATORIO DRAMMATICO DI CLAUDEL-HONEGGER Roma, 15 lug. - (Adnkronos) - ''Mi sono ispirata a 'Giovanna d'Arco' di Carl Theodor Drejer, a Renee Falconetti. Un volto indimenticabile, di una drammaticita' sconvolgente. Come del resto fece Claudel trascrivendo la sua 'Giovanna d'Arco al rogo' musicata da Hongger''. Chiara Muti, figlia del celebre direttore d'orchestra, chiudera' domani sera nella Piazza del Duomo la 43^ edizione del Festival di Spoleto con ''Giovanna d'Arco al rogo'', oratorio drammatico scritto dal noto compositore francese su un testo del poeta e drammaturgo Paul Claudel. Sul podio il maestro Paolo Carignani che dirigera' la Spoleto Festival Orchestra. In scena, accanto ai solisti Monika Krause, Adria Firestone, Christine Antenbring, Richard Coxon, Ron Li-Paz e alle voci recitanti di Massimo De Francovich, Francesco Rossini, Michele Nani, lo Spoleto Festiva Choir, la Choral Arts Society of Philadelphia, gli Junior Singers of St. George's British International School of Rome. ''Impossibile sottrarsi agli imperativi di Menotti -aggiunge Chiara Muti-. Ho immediatamente accettato il suo invito soggiogata dal luogo, ma anche dall'artista. Giancarlo Menotti e' un grande uomo di spettacolo. Incute soggezione, timori reverenziali. Ma ascoltarlo parlare e' un piacere. I suoi racconti, i suoi aneddoti... sono straordinari. Un libro sempre aperto''. (segue) (Cap/Zn/Adnkronos)

Per molti spoletini è un po\' morire.

7 anni fa

Peccato che sia cambiata anche la location e il tipo di evento che ha sempre contraddistinto la chiusura del Festival originale di Giancarlo Menotti. Proprio il concerto finale in Piazza del Duomo è stata sempre la sua principale caratteristica. Credo che questa decisione non serva molto a onorare la memoria del suo Fondatore e nemmeno a rievocare il ricordo dell'altro Grande Maestro che si chiamava Thomas Schippers. E che proprio in un loculo di un muro di quella piazza ha voluto che riposassero i suoi resti. Altra gente, altri sentimenti, altra musica, altri gusti e altri tempi.

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