società

Miti e leggende in Umbria: viaggio nella suggestiva regione dove superstizione e realtà si incontrano

 

 

L'Umbria, considerata il cuore verde d'Italia, è una regione dalle origini antichissime, abitata a lungo dalla popolazione pre-romana degli etruschi e soggetta nei secoli a cambi di dominazione che hanno influito sulla sua popolazione. Oggi appare come un territorio sereno, immerso nella natura, ricco di


vegetazione e colline, celebre per gli eccellenti prodotti, dall'olio al vino, ma anche per le coltivazioni genuine e i pascoli che è possibile scovare curiosando fra le mulattiere. La regione non nasconde solo scorci naturali invidiabili, ma anche una fitta rete di leggende e credenze suggestive.

Umbria: terra di miti e leggende. Complice infatti la morfologia naturale della zona, che vede i centri abitati lontani fra loro e collegati da poche strade funzionali e molti sentieri più o meno tortuosi, è facile farsi cogliere dalla suggestione e lasciarsi percorrere la schiena da un brivido immotivato, lo stesso tipo di esperienza che si prova quando si sente a pelle di essere in una situazione che potrebbe nascondere qualcosa di più che le solite spiegazioni razionali: anche per questo motivo l'Umbria è una terra in cui facilmente attecchiscono leggende e interpretazioni inusuali per i fenomeni naturali e artificiali dei quali è gremita, a partire dalla toponomastica, fino alle antiche tradizioni tramandate a voce, di secolo in secolo.

La superstizione gioca un ruolo importante in questo genere di leggende e nelle attività ad esse collegate: sequenze di azioni e numeri hanno sempre il loro rilievo per il corretto verificarsi, o al contrario per scongiurarle, delle credenze popolari. Secondo il sondaggio di R101, tutta l'Italia si affida a riti scaramantici, mentre alcuni numeri come il 3, il 7 e il 13 sono ricorrenti in questo genere di leggende e hanno una valenza più ampia anche fuori dall'Italia: come riporta il sondaggio di Betway sui numeri fortunati nel Regno Unito, ben l'80% delle persone interrogate ha affermato di avere lo stesso numero portafortuna da sempre, e tra quelli più menzionati troviamo proprio il 7. Rituali e scaramanzia non hanno di certo confini geografici!

Nomi antichi e spiegazioni moderne. Per chi ha la fortuna di poter esplorare l'Umbria, specialmente se in automobile o con mezzi privati, è subito possibile osservare come i nomi propri di città e luoghi rimandino a contesti più o meno misteriosi. Nella maggior parte dei casi è possibile ricostruire l'etimologia del nome dei luoghi grazie a studi di linguistica e filologia sulle ragioni storiche che hanno portato a chiamarli in un certo modo, ma ciò non toglie che nei secoli il loro potere suggestivo sia rimasto intatto. Uno degli esempi più insoliti è il curioso nome di Casa del diavolo, frazione perugina che probabilmente deve la propria denominazione al passaggio delle distruttive truppe cartaginesi di Annibale nel III secolo a.C., ma anche quello del Lago Aiso, specchio d'acqua nei pressi di Bevagna. Aiso è una contrazione del termine abisso, e non solo si vocifera che il laghetto non abbia fondo, ma anche che sia noto per una tragica leggenda.

Miti popolari: si tratta solo di superstizione o c'è un fondo di verità? Esistono miriadi di leggende popolari legate ai tanti centri medievali umbri, complici ambientazione e urbanistica davvero suggestive. Ad esempio pare che a Perugia, polo universitario più importante dell'Umbria, giri una voce insistente tra giovani e studenti: chi cammina nel rivoletto del marciapiede sinistro di Corso Vannucci, nella direzione che dai giardini Carducci conduce a Piazza IV novembre, vedrà la sfortuna abbattersi sul proprio corso di studi e non si potrà laureare.

Guai a sfidare la sorte per tutti gli studiosi perugini e non, che si tengono infatti ben a distanza! Uno degli aneddoti più famosi riguarda però la Fontana dei matti a Gubbio: con questo nome i locali si riferiscono all'usanza di percorrere per tre volte il perimetro della Fontana del Bargello, posta proprio nel centro della città, che permette di prendere la "patente da matto" se tali giri vengono effettuati, di corsa ovviamente, alla presenza di un eugubino. Ma come mai proprio tre giri? Il riferimento è legato alla tradizione della corsa dei Ceri di Gubbio, che vede protagonisti appunto i tre ceri, tutt'oggi simbolo dell'Umbria in quanto inseriti persino nel gonfalone ufficiale della regione.

Le leggende della valle umbra meridionale. L'Umbria è terra di tradizioni e miti, e tutta la regione è costellata da aneddoti e rituali legati alla superstizione: numerose sono anche le leggende legate al territorio che si trova nella parte sud della valle umbra, soprattutto nel circondario di Spoleto. La cittadina è nota per il festival dei due Mondi, giunto alla sua 61esima edizione nel 2018, per il riferimento culturale che rappresenta per tutta l'Italia, ma anche per vari luoghi misteriosi:

I passaggi segreti di Lucrezia Borgia: si narra di un misterioso cunicolo sfruttato dall'allora governatrice di Spoleto per incontrare gli amanti di notte con discrezione e senza farsi vedere: collegava il ponte delle Torri, di origine romana, alla Rocca Albornoziana, soggiorno della duchessa alla fine del quindicesimo secolo. La sua esistenza non è solamente frutto della fantasia e delle maldicenze, ma, nonostante i numerosi tentativi di localizzazione, non è mai stato possibile trovarlo, nonostante le attività di riscoperta dei sentieri della zona siano sempre molto attivi;

Il Ponte delle Torri: non si tratta solo di vicende rinascimentali, tutta l'area del ponte conserva ancora oggi un alone inquietante, grazie anche alla sua imponenza e a come si staglia sul verde dei dintorni, apparentemente inerti e silenziosi. I lavori per la sua manutenzione sono frequenti, eppure, pur essendo un luogo costantemente sotto i riflettori per le tante attenzioni, continua ad essere misterioso e a trasmettere un brivido di mistero, soprattutto dopo il tramonto.

In una regione così ricca di storia non mancano dunque le occasioni di visitare posti incredibili, spesso accompagnati da storie popolari il cui confine fra leggenda e verità non fa che rendere l'esplorazione ancora più interessante.



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