le interviste di Sol

Spoleto vittima di uno smantellamento dell'intera struttura produttiva

 

Parla il segretario della Sezione spoletina del PC Capponi Brunetti in vista del presidio del 6 ottobre: 'Noi al fianco dei lavoratori. Sabato sarà importante la risposta degli studenti'

 

Segretario, la vertenza Maran si va concludendo. "Possiamo dire che effettivamente è conclusa, con la firma del concordato tra sindacati e proprietà , e soprattutto potrebbe essere conclusa data l'accettazione, ormai rassegnata, del corpo dei lavoratori della Maran che, come al


solito, saranno coloro che pagheranno lo scotto della svendita dell'azienda".

E' corretto, secondo Lei, dire che i lavoratori pagheranno lo scotto del'altrui incapacità? "Se per 'altrui' intendiamo una direzione aziendale abbastanza allo sbando e, soprattutto, una concertazione sindacale ritardataria, manchevole, e prona agli interessi dell'azienda acquirente, possiamo proprio parlare di altrui incapacità".

Come vede la situazione industriale e, per esteso, economico-lavorativa del nostro territorio? "Spoleto si sta ridimensionando allo stauts vero e proprio di paese di provincia. La bufala di Spoleto venduta esclusivamente come città turistica copre, in realtà, lo smantellamento dell'intera struttura produttiva e, in generale, economica della città. La Spoleto turistica non ha un vero e proprio indotto turistico, ovvero il Festival esternalizza tutte le dipendenze e le maestranze che girano intorno alla manifestazione, mentre Spoleto vede ridotti al lumicino tutti gli altri comparti produttivi. Gli unici a godere degli sprazzi di visibilità turistica di Spoleto sono le strutture ricettive, che in quelle occasioni lucrano sulla pelle degli stagionali (come evidenziato in un precedente intervento del Fronte della gioventù comunista su Spoletonline, ndr). Anche l'ospedale, ormai, sta assumendo le dimensioni adatte a un paese di 8-9 mila abitanti".

Uno smantellamento voluto, secondo Lei? E se sì, da chi? "Più che voluto, dettato dalla totale assenza di un piano industriale per territori effettivamente bisognosi come quello dell'Umbria. E' uno smantellamento che riguarda anche il polo industriale principale, che è quello di Terni, e che stiamo subendo anche qui".

Sì, ma se i servizi crollano assieme al numero di posti di lavoro, non sarà anche colpa delle scelte della politica? "Ovviamente sì. Se la politica rimane prona agli interessi di multinazionali, il cui unico obiettivo è quello di appropriarsi del know-how per poi aprire filiali produttive all'estero, allora poco possiamo sperare per un mantenimento delle attività produttive sul territorio nazionale, e in particolare umbro. A ciò si aggiunga che a volte i cosiddetti 'imprenditori' nazionali altro non sono che emissari di gruppi di dubbia reputazione e affidabilità: la vicenda Novelli, sotto questo aspetto, insegna".

Ma per quel gruppo imprenditoriale garantivano le massime cariche del Governo nazionale di allora e di quello regionale... "Certo, se non che 20 milioni di investimenti promessi per il rilancio del gruppo Novelli sono svaniti come neve al sole, la società ha dichiarato un secondo fallimento e adesso ci sono i lavoratori dell'unico comparto in funzione, che è quello spoletino, che affermano di avere un sacco di lavoro e stanno attualmente lavorando senza una leadership, senza dirigenza".

Cioè la Novelli a Spoleto al momento risulterebbe, di fatto, autogestita? "Ovviamente stiamo parlando in termini molto lati. Però è una prima dimostrazione che un'azienda sembra funzionare quasi meglio senza una direzione padronale, specialmente se questa si rivela truffaldina e disinteressata alla produzione in sé".

Alla ex Pozzi e alla stessa Maran non è mai stata prospettata l'idea della cooperativizzazione dei dipendenti, invece contemplata dalla nostra Costituzione. Secondo Lei perché? "Visto il particolare ramo di intervento della Maran, parlare di autogestione potrebbe essere effettivamente fuori luogo, sebbene quei lavoratori potrebbero essere reindirizzati in ambiti in cui le strutture pubbliche sono fortemente carenti: comunicazione, amministrazione, programmazione economica. Per quanto riguarda l'Ims, invece, possiamo parlare tranquillamente di un'azienda di grande interesse nazionale dal punto di vista industriale, che avrebbe usufruito di commesse probabilmente per anni. Ricordo che le macchine sono state spente con ancora quattro mesi di commesse da lavorare. Peccato che adesso termini come 'gestione cooperativa' sembrino a tutti gli effetti desueti, dato che il Movimento 5 Stelle ha introdotto questa idea, davvero velleitaria, del cosiddetto workers buyout... Ma per quale motivo un lavoratore dovrebbe investire il proprio Tfr o la propria cassa integrazione per affittare i locali dell'azienda e i suoi macchinari che sta già facendo andare avanti con le sue forze? Non sarebbe più appropriato un esproprio dei locali e una gestione cooperativa degli stessi? Perché agli Igreco viene permesso acquistare Novelli per un euro mentre ai lavoratori Ims viene prospettata la lontanissima possibilità di affittare l'azienda per centinaia di migliaia di euro annuali di canone?"

Sembra la cronaca di un'esecuzione su commissione... "E' più che altro la dimostrazione che maestranze e imprenditoria sono trattati con due pesi e due misure abissalmente diversi".

Ed eccoci al presidio del 6 ottobre. Perché è importante aderire all'iniziativa dell'Usb? "L'Iniziativa dell'Usb è innanzitutto un importante segnale sul fatto che non tutto il sindacalismo è morto. C'è ancora un sindacalismo che si occupa di rappresentare le istanze dei lavoratori in quanto persone con necessità, e non in quanto numeri da sbandierare ai vari tavoli di concertazione, come li chiamiamo ormai noi, che si aprono alla fine delle vertenze e dai quali i lavoratori sono regolarmente esclusi, ed escono regolarmente sconfitti. In secondo luogo è un'occasione in cui la politica, soprattutto quella di una certa area, può riprendere in mano la propria barra direzionale, il proprio timone. Ovvero il lavoro. E' inutile tirare l'attuale governo per la coda su temi che mediaticamente la sinistra non può neanche scalfire. La sinistra ha già perso sul terreno di scontro che le viene regolarmente proposto, aendolo colpevolmente abbandonato. I comunisti tornano in piazza per difendere le istanze dei lavoratori e dare il proprio supporto al tema fondamentale e praticamente dimenticato dei diritti sociali, che sono appunto il diritto al lavoro, allo studio, alla salute e alla casa. Non trascureremo in questo presidio il diritto degli studenti, dato che Spoleto vanta un polo scolastico industriale e professionale, che vedrà i propri studenti costretti a una vera e propria migrazione economica, dato che il loro territorio rimarrà privo di aziende in cui esercitare quanto appreso tra i banchi e in laboratorio. Non dimentichiamo che aziende come la Maran , in cui la contabilità è fondamentalmente tutto, chiudendo, toglieranno a decine di ragionieri spoletini uno sbocco lavorativo importante".

E allora chiudiamo proprio con gli studenti, che sono il futuro di ogni comunità. Il Pc collabora ufficialmente con il Fronte della gioventù comunista (Fgc) sul territorio nazionale. In Umbria e a Spoleto com'è l'adesione a questo movimento giovanile studentesco? "L'adesione è sorprendentemente più larga ogni mese che passa, perché le istanze evidenziate dal Fgc sono quelle che uno studente può avvertire ormai a livello sensoriale. Uno studente non percepisce la scuola sicura dal poliziotto che arriva col cane, ma la percepisce dal tetto che non rischia di cadergli sopra la testa; non percepisce la qualità dell'insegnamento quando fa il test invalsi ma quando, entrando nel mondo del lavoro, capisce di avere imparato qualcosa; non quando viene sfruttato nell'alternanza scuola-lavoro, ma quando gli vengono dati gratuitamente tutti gli strumenti atti a formare la propria professionalità e, in ogni caso, cultura da essere umano piuttosto che da macchina o da schiavo. Ecco perché, a maggior ragione, il presidio del 6 riguarda tanto i lavoratori quanto i disoccupati e gli studenti. Riguardo l'adesione, poi (sorride, ndr), ne riparliamo dopo il 6".


 



I commenti dei nostri lettori

spoletino verace

6 anni fa

Purtroppo siete talmente pochi e quindi sensa potere politico.

Bodkin17

6 anni fa

Un'analisi che non fa una piega. Il Partito Comunista è stata l'unica organizzazione politica a presentarsi ai cancelli della Maran per dare il proprio appoggio concreto ai lavoratori e continua a darlo,a loro e ai lavoratori delle altre aziende in crisi, scendendo in piazza al loro fianco.

CB

6 anni fa

Ottima analisi... Bravo Segretario. Ma le altre forze politiche soprattutto chi si dice di sinistra dove sono? Cosa hanno fatto fatto per i lavoratori? All'ultima Manifestazione dei dipendenti della Maran dove erano tutti gli altri partiti e partitini? Dove era l'amministrazione comunale?

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