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Rilancio in vista per l'ex mattatoio

 

Sopralluogo della Regione, pronta a creare anche un nuovo deposito dei beni culturali a Santo Chiodo: stanziate le risorse necessarie

 

Sopralluogo a Spoleto ai due cantieri della Regione per la realizzazione di un nuovo deposito dei beni culturali a Santo Chiodo e la riqualificazione dell'ex mattatoio comunale. Organizzata dalla Direzione regionale Governo del territorio ed opere pubbliche, che gestisce i due interventi, e dall'assessore alle Opere Pubbliche Enrico Melasecche, alla visita ha partecipato l'assessore regionale alla Cultura, Paola Agabiti.

È stata l'occasione per verificare lo stato di avanzamento dei lavori di ampliamento del Centro operativo per la conservazione, manutenzione e valorizzazione dei beni storico-artistici e archivistici dell'Umbria, che prevede la realizzazione di un nuovo edificio a Santo Chiodo, adiacente al primo, e di recupero dell'ex Mattatoio ottocentesco, che sarà adibito a deposito ed esposizione dei manufatti in tessuto e metallo provenienti da edifici danneggiati da eventi calamitosi. Con questi due interventi, per i quali la Regione ha intercettato i finanziamenti del Fondo nazionale complementare del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza), si potenzia il sistema dei depositi di beni culturali umbri e la capacità di intervento in caso di calamità naturale. 

"Due opere che attestano ulteriormente il ruolo dell'Umbria, e in particolare di Spoleto, quale riferimento della custodia, del recupero e valorizzazione dei beni culturali e artistici. Il recupero dell'ex mattatoio – ha detto Melasecche – rappresenta inoltre un importante intervento di rigenerazione urbana e rivitalizzazione di un'area a ridosso delle mura della città, alla quale restituisce un bene culturale, valorizzandolo. Rilevo peraltro con piacere che, in variante rispetto al progetto originale, viene realizzata la copertura leggera del piazzale centrale dell'ex mattatoio in modo da garantire la miglior fruizione futura della struttura e la miglior salvaguardia dell'intero intervento che diversamente, come ho rilevato in mie precedenti esperienze, rischierebbe in pochi anni un forte degrado".

"La rigenerazione e riqualificazione urbana del territorio passa anche attraverso l'arte come volano di crescita economica, ma anche di elevazione morale, di conoscenza e di sapere della comunità – ha rilevato l'assessore regionale alla Cultura, Paola Agabiti -. In questa direzione vanno gli interventi di ristrutturazione dell'ex Mattatoio e di ampliamento del deposito di Santo Chiodo di Spoleto, progettati nel 2021 e che, grazie alle risorse del Fondo nazionale complementare al PNRR, stanno permettendo la realizzazione di un progetto ambizioso e fortemente voluto dalla Regione". 

"Gli interventi – ha proseguito - porteranno alla realizzazione di ulteriori spazi di recupero e valorizzazione di beni artistici e culturali che costituiscono un grande patrimonio per l'Umbria. Si tratta di un intervento che ha una forte potenza anche dal punto di vista del messaggio che trasmette: restituire una casa alle opere che sono state salvate dal sisma e costruire un progetto su questo sito infatti, è la chiara dimostrazione che la cultura possiede in sé la capacità potenziale di trasformare una mancanza in una grande opportunità".

"La Regione – ha detto ancora l'assessore Agabiti - ha saputo cogliere questo vantaggio e ha fatto la sua parte intercettando le risorse che permetteranno a Spoleto e all'Umbria di custodire il grande patrimonio artistico e culturale trasformandolo anche in un forte richiamo per la promozione turistica".

La progettazione degli spazi dei due edifici "ha tenuto conto sia della necessità di stoccare una grande quantità di materiali in caso di emergenza, sia di dare loro un'adeguata classificazione".

"I cantieri che oggi abbiamo visto finalmente aperti e funzionanti – ha sottolineato Melasecche - sono il frutto di un grande lavoro di condivisione degli uffici regionali con tutti gli Enti del territorio, con i progettisti e le imprese". Attenzione all'ambiente, digitalizzazione e sicurezza sono gli altri capisaldi che hanno informato le scelte progettuali: il capannone di Santo Chiodo sarà corredato del progetto BIM e quindi sarà completamente digitalizzato e tutte le scaffalature dei due depositi saranno dotati di un sistema intelligente digitale di riconoscimento degli oggetti depositati. Il capannone sarà di tipo N ZEB, un edificio il cui consumo energetico è quasi pari a zero e la ristrutturazione dell'ex mattatoio non comporta consumo di suolo.

"La Regione – ha rilevato ancora Melasecche - ha fatto scelte importanti nell'attuazione di queste due opere: ha scelto di mettere a gara la progettazione e i lavori di costruzione degli edifici, in modo di avere una continua verifica da parte dei progettisti di quanto ipotizzato e realizzato. Ha scelto inoltre di seguire direttamente i lavori di realizzazione, con personale regionale che garantisce ogni giorno la rispondenza del progetto ai fabbisogni della collettività".

"Durante la visita di oggi – ha concluso - si è respirata una grande attenzione alla costruzione di questi edifici da parte degli uffici regionali, dei progettisti e delle imprese esecutrici che ringraziamo".

L'intervento di ampliamento del deposito di Santo Chiodo prevede un investimento complessivo di 6,3 milioni di euro a valere sulla misura "A3 Rigenerazione urbana e territoriale – Linea d'intervento 2 – Progetti per la conservazione e fruizione dei beni culturali" del progetto Next Appennino – Fondo complementare al PNRR.

Il recupero dell'edificio dell'ex Mattatoio, dichiarato bene culturale e sottoposto a vincolo diretto, prevede un investimento di risorse pari a complessivi 5,5 milioni di euro.



I commenti dei nostri lettori

Carlino

1 mese fa

Frenetico attivismo della Regione all'approssimarsi delle elezioni regionali, nel tentativo di recuperare qualche voto a Spoleto. Visto come ha trattato la salute degli spoletini, almeno si prende cura della salute delle...opere d'arte (o meglio, promette di)! Beh...è già qualcosa

SaraSa

1 mese fa

Invece nessuno parla più di recuperare l'eccellenza già pronta, quale la scuola del restauro bibliografico e archivistico all' interno della Rocca, chiusa dal 2017. Milioni spesi e tutto quello che si trova dentro si sta rovinando.

Roberto Quirino

1 mese fa

I soldi del Pnrr sono da restituire, non importa se in parte. Il mattatoio ottocentesco è firmato da Ireneo Aleandri. Che i cantieri siano funzionanti è cosa che dovrebbe essere implicita nella loro stessa installazione e presenza: l'assessore Melasecche li avrebbe forse dovuti trovare non funzionanti?

Riflettendo sui fondi del PNRR

1 mese fa

Al di là delle intenzioni della Regione di realizzare alcune opere destinate soprattutto a chi avrà una vita molto longeva, (vedi la Tre Valli e il raddoppio ferroviario Roma Ancona, ecc), quello che non convince è che per ogni opera prevista (in tutta l'Italia) si continua a parlare di attingere ai fondi del PNRR. Come se i fondi del PNRR si attingessero a un pozzo senza fondo e che non avessero un limite. Se i politici che hanno la mania di "spararle grosse" si prendessero la briga di fare due calcoli, si accorgerebbero che per realizzare tutte le opere promesse i fondi del PNRR, come minimo, dovrebbero essere il quadruplo. E forse la smetterebbero di prendere per i fondelli i cittadini facendogli immaginare un mondo surreale lontano da ogni credibile realtà.

Diogene

1 mese fa

6,3 + 5,5 = 11,8 (Undicimilioniottocentomilaeuro).....PER LA CULTURA ? ? ? SIAMO SICURI CHE SARA' UN "forte richiamo per la promozione turistica" ? ? ?

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