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Sindacati contro la privatizzazione di Poste Italiane
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Sindacati contro la privatizzazione di Poste Italiane
Netto il 'no' alla manovra che 'potrebbe portare ad una sorta di desertificazione degli istituti'
E' netto il no al possibile processo di privatizzazione di Poste Italiane e questa volta la Slp Cisl, la Slc Cgil e UilPoste, Confsal comunicazioni, Failp Cisal e Fnc Ugl Comunicazioni Umbria sono scese in piazza per dare visibilità a una questione che riguarda sì i lavoratori ma anche e soprattutto i cittadini. A piazza Italia a Perugia è stata raggiunta dalle bandiere dei sindacati e dai lavoratori per dire "no alla privatizzazione di Poste Italiane e alla divisione fra mercato privati e recapiti, per continuare ad assicurare un presidio sociale in molte frazioni, per evitare una situazione di precariato".
In Umbria gli uffici postali, esclusi i 16 centri che si occupano di recapito e logistica, sono 258 (191 in provincia di Perugia e 67 in provincia di Terni). I lavoratori di Poste Italiane in Umbria ammontano a circa 1600, ma erano circa 2400 solo dieci anni fa.
I sindacati, nel corso della manifestazione umbra, hanno ricordato come questo processo di possibile privatizzazione si andrebbe ad aggiungere a una situazione che vede già azionisti privati in Poste Italiane al 30 per cento: "Dobbiamo ragionare anche in termini di territorio. Con la privatizzazione, in Umbria si potrebbe verificare una situazione analoga a quella delle banche e quindi portare ad una sorta di desertificazione degli istituti". I segretari delle sei sigle sindacali hanno espresso rammarico per l'assenza al presidio dei rappresentanti delle Istituzioni ed, in particolare, di Anci, perché i Comuni sono le prime vittime di questo processo di indebolimento del territorio.
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scalzi
2 mesi fa
POSTE ITALIANE e la nuova SOCIETA DI NOLEGGIO, POSTEGO SPA, AL BANCO DI PROVA GIA’ MARTEDI’ 7 GENNAIO con LA RIPRESA A REGIME DEL SERVIZIO DI RECAPITO. SI PREVEDONO DISSERVIZI E LA PARALISI DEL SERVIZIO DI RECAPITO IN MOLTE REGIONI ITALIANE PER LA MANCANZA DI UNA EFFICIENTE RETE DI OFFICINE DI MANUTENZIONE CHE POSTEGO HA CERCATO DI RECLUTARE A FINE DICEMBRE PER IL SERVIZIO CHE DOVEVA GIA PARTIRE IL 1 GENNAIO 2025. OLTRE 7MILA I PORTALETTERE COINVOLTI. SI PREANNUNCIA BUFERA DI RICORSI E DENUNCE PER LE VIOLAZIONI DELLE PIU ELEMENTARI REGOLE SUL SERVIZIO PUBBLICO PER LA MANCANZA DI TRASPARENZA, VIOLAZIONE DEL CODICE APPALTI E DEL CODICE ETICO DI POSTE ITALIANE. ANCHE I SINDACATI ALL’OSCURO DELLA MANOVRA. A RISCHIO CENTINAIA DI POSTI DI LAVORO. E’ SCONTRO ANCHE SULLE PROCEDURE DI RECLUTAZIONE DELLE OFFICINE ARRUOLATE SENZA ALCUN CRITERIO SELETTIVO PER COPRIRE IL SERVIZIO ORGANIZZATO IN 20 GIORNI. ROMA - POSTE ITALIANE & POSTEGO, la neosocietà di noleggio di Poste Italiane che dovrà gestire la flotta di circa 40mila veicoli, al banco di prova già martedì 7 gennaio, con la ripresa a pieno regime del servizio di recapito, dopo le festività natalizie. Si prevedono numerosi disservizi, a rischio la paralisi del servizio di recapito per la mancanza di officine per la manutenzione dei mezzi. All’oscuro i sindacati. Si preannunciano decine di ricorsi ed esposti anche per violazione delle norme sugli appalti e assoluta mancanza di trasparenza. POSTEGO è la neosocietà di noleggio di POSTE ITALIANE, che dal 1 gennaio dovrà gestire l’intera flotta di motomezzi su tutto il territorio nazionale, circa 7mila veicoli che necessitano di manutenzione e controllo quotidiani per la sicurezza dei conducenti e il rispetto del codice della strada, e l’intero parco vetture di Poste che è di circa 40mila veicoli. Si prevedono, già disservizi se non la paralisi del servizio di recapito per le numerose zone non ancora coperte del servizio di manutenzione che la neonata società sta cercando di organizzare appena dal 10 dicembre, arruolando qualunque officina disposta a fare manutenzione ed escludendo le decine di officine specializzate che hanno incrociato le braccia non accettando il contratto capestro e per nulla chiaro loro proposto con esclusione automatica in meno di 2 giorni… All’oscuro della manovra, fino a poche settimane fa, perfino le direzioni regionali dei trasporti della gestione operativa di Poste (principale utente del servizio) e i sindacati che, nel tutelare i portalettere, annunciano battaglia in caso di riduzione dell’efficienza dei mezzi per questioni di bugdet dovuti proprio alla totale differente gestione che potrebbe intraprendere una società di noleggio come Postego, per natura portata a minimizzare gli interventi per massimizzare i profitti a discapito della sicurezza dei portalettere di Poste Italiane. Il nuovo servizio è stato affidato, infatti, alla neo società di noleggio POSTEGO SpA che, senza esperienza alcuna, dal 10 dicembre, sta cercando di organizzare la rete delle officine di manutenzione, subentrando alla EM FLEET, la società pescarese titolare dell’appalto per un anno ha organizzato e gestito il servizio di manutenzione con centinaia di officine operative sul territorio nazionale. A rischio centinaia di posti di lavoro in tutta Italia. NUOVO IL REGISTRO, VECCHIE LOGICHE DI SPECULAZIONE. Dopo anni di servizio di manutenzione curato da strutturate ed efficienti officine specializzate del territorio, queste vengono quasi tutte estromesse per dare spazio a quelle reclutate privatamente dal call center di POSTEGO, rispondenti alle logiche del servizio di noleggio di POSTEGO, senza nemmeno la verifica dei requisiti di legge, in violazione a qualsiasi principio delle pubbliche amministrazioni: manca un capitolato di lavoro, un contratto trasparente, etc. Si passa, così, da un servizio orientato al cliente Poste, che deve sempre garantire la sicurezza del mezzo del portalettere, a quello orientato alla minimizzazione degli interventi e alla massimizzazione dei profitti, propri delle società di noleggio come appunto Postego. A questo gioco non ci stanno le oltre 50 officine specializzate distribuite sul territorio nazionale che incrociano le braccia mentre POSTEGO va avanti per la sua strada “arruolando chiunque sia disposto a provare a garantire la manutenzione, violando ogni elementare e basilare regola sugli appalti pubblici” commenta AR, responsabile di un’officina del nord Italia che rischia ora anche di dover licenziare decine di operai insieme ai suoi colleghi che si sono rifiutati di lavorare senza alcun diritto ne garanzia. “In questo modo, POSTEGO ha distrutto già anni di Know out, di fidelizzazione, di professionalità in meno di 20 giorni”, ci spiega il responsabile dell’officina. Officine allo sbando. Decine le officine tagliate fuori senza motivazione da Postego, dopo aver fatto importanti investimenti sul servizio di manutenzione dei motomezzi: centinaia gli addetti ai lavori a rischio licenziamento! Nonostante tutto, la maggior parte di quelle del centro nord si sono coalizzate contro l’improponibile atto di convenzione che nulla loro garantisce ne assicura che Postego pretendeva fosse firmato in 2 giorni, sotto il periodo natalizio. Così, diverse regioni, rischiano di restare senza un efficiente servizio di manutenzione e i mezzi fermi. Negli anni passati, il servizio di manutenzione era gestito direttamente dalle Ram di Poste Italiane grazie a decine di officine specializzate che sono riuscite a realizzare un efficiente servizio realizzando know out specifico cucito sul cliente Poste Italiane Spa. Gravi le accuse rivolte a Postego che avrebbe anche infranto il Codice Etico di Poste Italiane (cui come azienda pubblica Postego dovrebbe attenersi) e i principi costituzionali del proprio statuto, orientati alla trasparenza e alla correttezza professionale con i fornitori e il territorio. Tutto ciò non metterebbe in condizioni le officine di lavorare con serenità, efficienza, garantendo i diritti dei lavoratori e il rispetto delle leggi vigenti. Postego SpA, infatti, è una società partecipata al 100% da Poste Italiane Spa e come tale dovrebbe attenersi ai principi di equità, di trasparenza e correttezza proprie e del codice etico delle aziende pubbliche, esordiscono gli operatori. Di fatto, Postego sta disperatamente cercando di mettere insieme officine per garantirsi la fiducia di Poste Italiane Spa con il rischio che il servizio non decolli proprio per le decine di officine (non è facile trovare aziende disposte a lavorare alle condizioni di precarietà e di incertezza imposte da Poste Italiane, ndr) che hanno incrociato le braccia in attesa di uno sviluppo equo della vicenda. I dirigenti, i cui nomi sembrano barricati dietro un call center, sono inaccessibili, spiegano i responsabili delle officine costretti a parlare con inesperti operatori telefonici. Numerosi già i disservizi segnalati che la prossima settimana potrebbero esplodere paralizzando l’intero comparto della consegna della corrispondenza per mezzi fermi o non meglio riparati. Una grave responsabilità per POSTEGO e dell’amministratore PAOLO Ghinolfi, proveniente proprio dal settore del noleggio. Il nuovo servizio che doveva partire il 1 gennaio sembra sia in grosse difficoltà proprio per la mancanza di officine convenzionate. Si prospettano, intanto, ricorsi alla magistratura, all’Autorità anticorruzione e al garante della Privacy affinché verifichino ogni illegittimità di questo frettoloso processo come anche la mancanza di trasparenza, le regole sugli appalti pubblici. Sul piede di guerra potrebbero scendere anche i sindacati, già allertati di questa improvvisata trasformazione (gli stessi responsabili del recapito postale e di Gestione Operativa di Poste, da cui dipendono i portalettere, sono stati avvisati della novità solo ai primi di dicembre), che sono garanti dell’assoluta sicurezza del personale portalettere di Poste Italiane e non transigono sulla sicurezza dei motomezzi che non vanno gestiti secondo una logica di risparmio ma secondo quella della massima efficienza e sicurezza. “Non si fa economia sulla pelle dei portalettere che rappresentano una delle colonne portanti del servizio” commenta un referente sindacale. Duplice l’orientamento anche all’interno di Poste Italiane dove vige una linea soddisfatta del servizio prestato dalle officine specializzate, che per anni hanno garantito la manutenzione tra mille difficoltà operative proprie di Poste Italiane e del complesso territorio nazionale, dall’altro la linea che sostiene quella di Postego. Perfino la maggior parte dei responsabili regionali del settore trasporti (cui è diretto il servizio di manutenzione) di Poste Italiane Spa fossero all’oscuro della manovra fino agli inizi di dicembre. Postego Spa nasce, infatti, solo nel maggio del 2024 con un capitale sociale di 50mila euro assumendo personaggi e operatori del mondo del noleggio come Paolo Ghinolfi che ricopre il ruolo di amministratore delegato, come anche diversi dipendenti provengono dalle società di noleggio. Presidente del CDA, Gencarelli Paolo mentre Gennaro Celotto, Giada Scarpini, Flavia Speranza ricoprono il ruolo di consiglieri. Presidente del collegio sindacale è Vittorio Silvestri mentre tra i sindaci troviamo: Alessia Bastiani, Vittoriana Simona Cassarà, Teddi Cavinato, Tiziana Grimaldi. La società di revisione, invece è la Deloitte & Touche S.P.A. Nei fatti Poste, con la creazione di questa sua società di noleggio, ha escluso anche tutte le società di noleggio che potrebbero fare analogo servizio come Sifà e Leaseplan che gestiscono l’attuale flotta di numerosi veicoli postali. Circa 40mila sarebbero, in totale i veicoli che dovrebbe gestire POSTEGO. Postego violerebbe così, già sul nascere, l’art. 4 del proprio Statuto che cita: “In qualità di società benefit, POStego Spa intende proseguire più finalità di beneficio comune e operare in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, territorio, ambiente e altri portatori di interesse”. Sotto la lente di ingrandimento, potrebbero anche finire tutte le nomine dei consiglieri e dell’organico, una bomba che potrebbe esplodere con il nuovo anno tra le mani dell’amministratore delegato di Poste Italiane Spa per ogni eventuale effrazione delle norme e leggi vigenti. Erminio Scalzi
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