cultura e spettacolo

'Berlinguer. La grande ambizione' sbarca alla Sala Pegasus

 

Il film presentato alla Festa del Cinema di Roma con protagonista Elio Germano entra in rotazione. Arriva anche la versione restaurata di 'Paris,Texas'

 

Acclamato dalla critica e applaudito alla Festa del Cinema di Roma, "Berlinguer. La grande ambizione" di Andrea Segre arriva dal 31 ottobre in Sala Pegasus. In "Berlinguer. La grande ambizione" riviviamo una pagina unica della storia italiana; una stagione complessa e travagliata, caratterizzata dal dialogo tra il PCI di Enrico Berlinguer e la Democrazia Cristiana di Aldo Moro, sullo sfondo di un mondo diviso in due dalla guerra fredda. Nel film, insieme a Elio Germano nei panni di Berlinguer, Roberto Citran (Moro), Andrea Pennacchi (Luciano Barca), Fabrizia Sacchi (Nilde Iotti), Paolo Calabresi (Ugo Pecchioli), Francesco Acquaroli (Pietro Ingrao), Paolo Pierobon (Giulio Andreotti), Pierluigi Corallo (Antonio Tatò), Stefano Abbati (Umberto Terracini), Elene Radonicich (Letizia Laurenti), Giorgio Tirabassi (Alberto Menichelli). Uno straordinario Elio Germano, per un racconto necessario di politica e umanità.

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A 40 anni dalla Palma d'Oro al Festival di Cannes nel 1984, "Paris,Texas", uno dei film più amati di Wim Wenders, arriva in Sala Pegasus il 6 novembre, grazie alla Cineteca di Bologna e al suo progetto di distribuzione 'Il Cinema Ritrovato al cinema' e a CG Entertainment.

Scritto assieme a Sam Shepard, interpretato da Harry Dean Stanton e Nastassja Kinski, con le leggendarie musiche di Ry Cooder, 'Paris, Texas' è, secondo Emmanuel Carrère, "il film più calmo, più sobrio che Wenders abbia mai diretto”.

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In occasione dei cento anni dalla nascita di Marcello Mastroianni, al Cinéma Sala Pegasus sei film imperdibili che ricostruiscono il mito-Mastroianni nella sua complessità e bellezza.

Quinto appuntamento domenica 03 novembre con “Una giornata particolare”, il film capolavoro di Ettore Scola, magistralmente interpretato nel 1977 da Marcello Mastroianni e Sofia Loren. Durante la visita di Hitler a Roma, in un condominio una casalinga rimane da sola: farà amicizia col vicino, omosessuale in attesa di partire per il confine. Il regista e il direttore della fotografia Pasqualino De Santis, per rievocare l'atmosfera di un passato plumbeo, attuano un'operazione di grande radicalità e sperimentazione visiva.

Scrive Scola: "Già in partenza tutto quello che riguardava l'ambientazione e tutti i capi di vestiario erano stati decolorati. Poi girammo con un filtro speciale, e quindi decolorammo ancora in stampa. E questo non fu soltanto per fare assomigliare maggiormente la fotografia ai pezzi di documentario con cui avevo aperto il film, ma perché i ricordi miei, della casa in cui abitavo a Piazza Vittorio a quell'epoca, sono in quella tonalità. Il colore della Roma di quei tempi nel mio ricordo è un non colore neanche tanto grigio ma un po' chiuso, un po' spesso, come quello di una nebbia dentro le stanze, che poi al film è servito come lieve simbolo – anche se io i simbolismi li amo poco – di chiusura, di prigione; anche lì di esclusione”.

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Quinto appuntamento della rassegna "Commedie e proverbi" di Éric Rohmer, uno degli autori più amati di sempre, con “L’amico della mia amica”, il film del 1987 con Emmanuelle Chaulet e Sophie Renoir. Sei settimane, sei capolavori in versione originale sottotitolata che vi faranno sognare, riflettere e innamorare. Nella periferia parigina, la giovane commessa Blanche e la studentessa Léa sono intime amiche: la prima sembra spinta verso l'amore per l'affascinante ingegnere Alexandre, mentre la seconda frequenta senza troppa convinzione Fabien. “L'obiettivo è far scaturire significati etici dal comportamento dei personaggi, che si dipingono da sé attraverso le loro azioni o le loro passioni, i loro slanci o le loro illusioni, i vacillamenti del cuore o dei sensi, ma soprattutto attraverso la distanza che si viene a creare tra le loro parole e le loro azioni” le parole di Éric Rohmer.



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