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'Turni massacranti: servono rinforzi'
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'Turni massacranti: servono rinforzi'
Prosegue la protesta a Maiano del Sinappe, che chiede al Ministro della Giustizia Nordio l'attivazione di un tavolo di confronto ed il pagamento 'delle ore di lavoro straordinario effettuate dagli agenti'
Da quattro giorni, il Segretario Regionale del Sinappe dell’Umbria, Daniele Rosati, è in presidio permanente davanti alla Casa di Reclusione di Spoleto. Una forma di protesta pacifica ma decisa, per denunciare la gravissima carenza organica nel ruolo agenti/assistenti della Polizia Penitenziaria, che registra un deficit di ben 70 unità.
Una situazione ormai al limite, che costringe il personale in servizio a sostenere turni massacranti, arrivando in alcuni casi fino a 16 ore consecutive. A ciò si aggiunge la mancata corresponsione delle ore di lavoro straordinario effettuate oltre i limiti fissati dalle normative ministeriali, con ricadute pesanti non solo sul piano economico, ma anche su quello psicofisico degli operatori.
“Il personale della Polizia Penitenziaria di Spoleto sta vivendo una condizione insostenibile, non più tollerabile. È necessario un intervento immediato e strutturale”, dichiara il segretario Generale del Sinappe Roberto Santini, che lancia un appello forte e chiaro al Ministro della Giustizia Carlo Nordio, al Sottosegretario Andrea Del Mastro delle Vedove (titolare della delega sulla Polizia Penitenziaria) e alla Presidente facente funzione del DAP, dott.ssa Lina Di Domenico.
“Serve l’apertura urgente di un tavolo di confronto – prosegue Santini – per individuare misure concrete e immediate. Il nostro sindacato è pienamente disponibile a collaborare con l’Amministrazione, affinché si mettano in campo soluzioni che possano alleggerire i carichi di lavoro, garantire il recupero psico-fisico del personale e ridare dignità al servizio svolto ogni giorno con spirito di sacrificio e dedizione dalle donne e dagli uomini del Corpo”.
Il Sinappe continuerà a vigilare e a far sentire la propria voce, al fianco del personale, finché non verranno date risposte concrete a una crisi che non può più essere ignorata.
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