cronaca
Carcere, crescono i disagi per gli agenti
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Carcere, crescono i disagi per gli agenti
A disposizione del personale pochi giorni di ferie spalmati su 'quattro mesi di turni massacranti, caldo insopportabile e organici ridotti all’osso'. Situazione surreale
Resta critica la situazione all’interno del Carcere di Maiano. A scattare una nuova fotografia relativa ai tanti disagi vissuti dal personale operante all’interno della casa di reclusione spoletina è il sito poliziapenitenziaria.it (legato all’omonima rivista) attraverso un pezzo scritto da Giovanni Battista De Blasis.
“Sei giorni di ferie estive. Sei. Dal 9 giugno al 15 settembre. Una miseria, spalmata su quattro mesi di turni massacranti, caldo insopportabile e organici ridotti all’osso. Chi se li può permettere, questi sei giorni, deve anche stare attento a non “sprecarli” per un riposo, una visita medica, un permesso urgente. Perché – e qui il capolavoro – se chiedi un riposo durante il periodo estivo, te lo scalano dalle ferie. Esatto: se vuoi dormire, ti tolgono la vacanza. Se ti ammali, perdi il mare. Se hai un lutto, addio montagna”. Il servizio, intanto, va avanti. “Turni da otto ore senza soluzione di continuità, nella bolgia delle sezioni detentive, dove il sole non batte e le responsabilità neppure. Nessun rinforzo, nessuna deroga. Solo la rassicurante certezza che, in cambio, potrai passare due giorni a luglio e quattro a metà agosto a disfare e rifare la valigia. Più che ferie, una simulazione”. Una situazione surreale: “È la realtà quotidiana di un istituto dove i diritti del personale vengono trattati come un lusso. E dove l’estate, per i poliziotti penitenziari, è solo una stagione da vedere dalle grate. A Spoleto non servono illusioni. Servono agenti, riposi veri, e ferie dignitose”.
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I commenti dei nostri lettori
Gianluca
9 giorni fa
Meglio mi godo la pensione. Ma una cattiveria la dico. Chi causa del suo mal pianga se stesso
Carlo Neri
9 giorni fa
Gli agenti di polizia penitenziaria non hanno, a difenderli, stuoli di avvocati, educatori, psicologi, assistenti sociali, prelati, politici pidioti e/o buonisti...dice bene un delinquente rumeno che entra ed esce, purtroppo, di continuo da quelli che una volta, GIUSTAMENTE, si chiamavano "istituti di pena": "In Romania c'è galera, qui in Italia Grand Hotel" E ha RAGIONE!!!!!
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