cronaca

Chiesa S. Giacomo, parla il superteste: mai usato il martello pneumatico sulle colonne

 

Il capo cantiere smentisce la tesi dell'accusa. 'Non c'era fondazione, ma non potevamo saperlo'

 

CRollo della chiesa di San Giacomo, parla l'uomo che salvò le vite degli operai del cantiere, dando l'allarme e gridando loro di uscire dall'edificio. "Usammo pala e piccone per fare gli scavi intorno alle colonne della chiesa di San Giacomo, nessun martello pneumatico che possa aver causato degli


 smottamenti di terreno. E stata usata massima cautela". Lo dice il super testimone, Giuseppe Rossi, il geometra e capo cantiere della ditta Cesa, colui che evitò una tragedia. "Vidi dalle pareti e dal soffitto una specie di sottile pulviscolo di imbiancatura - ha detto il testimone - così iniziai a gridare a tutti di uscire fuori. Dopo mezzora ci fu il crollo". Anzi, l'uomo fece di più, si mise davanti al cantiere per controllare che nessuno entrasse visto il pericolo imminente. Non c'era modo di vedere che quella colonna "incriminata" non aveva una base su cui poggiava, come invece avevano le altre sulle quali gli operai erano già intervenuti senza avere problemi. "Non c'era fondazione - queste le parole del teste Rossi - quella colonna poggiava nel terreno. Ma solo scavando intorno si poteva scoprire, non potevamo accorgercene prima". E così fu. Dalla testimonianza di Rossi, è emerso chiaramente il non utilizzo del martello pneumatico, per effettuare i lavori di ristrutturazione della chiesa. Circostanza importante, perchè il capo cantiere smentisce quanto sostenuto dal perito della pubblica accusa, l'ingegnere Nicola Augenti. Il professionista, infatti, nella sua perizia, punta il dito contro i lavori effettuati, secondo lui utilizzando il martello pneumatico. Di nuovo in aula il 30 settembre con gli ultimi testimoni delle difese.


 



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