cronaca

Un altro cane morto sulle montagne di Monteleone

 

L'animale è stato trovato a chilometri di distanza rispetto alle zone bonificate

 

Un'altra vittima dei bocconi avvelenati. Prosegue la scia di animali uccisi dal veleno, probabilmente lo stesso che ha provocato la morte delle due aquile sopra Butino, frazione di Monteleone di Spoleto, lo scorso marzo. Questa volta a morire tra atroci sofferenze è stato un cane, ritrovato in avanzato stato di


decomposizione in località Campo Foglio, tra Monteleone, Scheggino e Sant'Anatolia di Narco. L'animale, recuperato dal Corpo Forestale dello Stato, è risultato privo di microchip ma, con ogni probabilità, non è un randagio. A destare particolare inquietudine è il fatto che la zona del ritrovamento dista dalla "Montagna delle aquile" oltre quattro chilometri, il che fa presagire che le mani assassine abbiano "seminato" i bocconi letali in un'area molto più estesa, rispetto a quella bonificata in queste settimane dall'unità cinofila della Forestale. Un campione organico dell'animale è stato già inviato all'istituto zoo-profilattico di Perugia, per cercare di risalire alla sostanza velenosa utilizzata. Il che non è affatto scontato, come non è scontata la possibilità che la follia di tappezzare la montagna con le esche avvelenate abbia contagiato più di una persona. Anche se il termine "persona", per soggetti di questo tipo, è esageratamente generoso.



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I commenti dei nostri lettori

Walter

6 anni fa

Prima o poi succederá che qualcuno di questi assassini si leccherá le dita per sbaglio. Non vedo l'ora.

Senza animo, senza cuore, senza vergogna!

6 anni fa

Chi commette simili reati deve essere dotato di una mentalitá gretta e primitiva, da non poter essere associato nemmeno ai più remoti cavernicoli. Meriterebbe di essere catturato ed esposto al pubblico come unico esemplare di animale sconosciuto non dotato del minimo sentimento rudimentale, che non ha nessun riscontro con qualsiasi altro essere vivente sulla Terra. E se per caso ci fosse ancora qualcuno che osasse prendere le sue difese, dicendo: "come si permette!", ebbene, anche a costui bisognerebbe riservargli la stessa sorte!

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