Opinioni

Riflessioni attorno al Festival dei Due Mondi di Spoleto

 

Il Maestro Antonio Moccia difende la scelta di Casellati e rilancia: 'Per dare nuova linfa alla manifestazione occorre pensarla come veicolo occupazionale e smettere di comprare pacchetti già pronti'

 

Noto che attorno allo stato di crisi del Festival dei due Mondi, le parole dei molti corrono più del pensiero, mentre sui veri problemi che incombono sul futuro della manifestazione, occorrerebbe di più mettersi in ascolto, limitandosi ad affinare la conoscenza e il pensiero e trasmetterli poi, con delicatezza dei messaggi ed eleganza delle azioni.

Operare un attacco politico nei confronti di un giovane direttore di orchestra, solo perché si chiama Alvise Casellati, non avendo una chiara consapevolezza del vero stato di crisi, non mi sembra una cosa seria.

Il maestro Alvise Casellati si è già reso protagonista presso sedi molto più importanti in questo momento del Festival dei due Mondi, ottenendo ottimi riscontri da parte di pubblico e critica. Tra questi, tanto per citarne alcuni, il Teatro La Fenice di Venezia e molti altri ancora.

Inoltre, l’attacco dissacratorio operato nei confronti dell’ex assessore alla Cultura e mecenate importante del Festival, nonché ex-collaboratrice della Presidente del Senato Casellati, signora Ada Spadoni Urbani, mi pare che abbia più un significato politico, visto che siamo in prossimità delle elezioni amministrative della città di Spoleto.

Le vere origini della crisi del Festival dei Due Mondi risalgono agli accordi trasversali operati da tutte le amministrazioni che si sono succedute alla guida della città di Spoleto, successivamente alla dipartita di Gian Carlo Menotti, il quale non aveva mai consentito che la politica subentrasse lottizzando la gestione del Festival.

Suggerirei a qualche persona di evitare affermazioni tanto impegnative promettendo di operare sull’indirizzo futuro della manifestazione seguendo il solco tracciato dal Maestro Gian Carlo Menotti, in quanto egli è stato un personaggio che rimarrà negli annali di storia per il fatto che ha dimostrato di essere stato il primo ed insuperabile anticipatore dei tempi della globalizzazione, delle scelte di partenariato e dei grandi scambi culturali tra Spoleto, America ed Australia.

Menotti è stato colui che ha creato grandi ricchezze per la città di Spoleto, attraverso il turismo, coadiuvato da un’arte vivificante che tutto il mondo ha apprezzato e ci ha invidiato. Ai suoi tempi per uno straniero venire ad assistere al Festival dei Due Mondi significava piacere, sogno, nostalgia, ma soprattutto arte, cultura e grande musica.

Per tali motivi migliaia di stranieri, soprattutto americani, in quel periodo, scelsero di venire a vivere a Spoleto pensandola come amena dimora di pace e di cultura, creando così anche grande ricchezza nell’edilizia privata.

Tutto questo potrebbe essere nuovamente realizzato ma in una dimensione globalizzata e all’interno di un processo di profonda trasformazione della manifestazione, pensando che non si possono impegnare cifre importanti per il futuro senza prima pensare alla crisi occupazionale in essere e soprattutto della città di Spoleto.

E quindi, da subito, bisogna pensare ad una riconversione del Festival smettendola di acquistare pacchetti già confezionati che sottraggono solo ricchezze e che non producono alcun beneficio alle attività e allo sviluppo della città e del territorio.



I commenti dei nostri lettori

elli

3 anni fa

Attaccare il Maestro Casellati per motivi "politici" prima di ogni spettacolo è ormai uno sport tutto italiano, peccato, perchè avrebbe tanto da dire artisticamente: questo viene riconosciuto anche da commentatori che non appartengono ad una certa partitica.Tra l'altro è in genere modesto, a sentir lui se un concerto riesce i meriti sono sempre dei collaboratori. I suoi prezzi non sono mai alti.Ha mostrato di saper dirigere anche senza spartito e quel piccione per me era ammaestrato...Forse non bisogna mai unire cena e concerto, o forse maglio prima concerto e poi cena, per rispetto alla bella e buona musica.

Spoleto69

3 anni fa

CARO SPOLETO69, facciamo seguito alla lunga serie di commenti anonimi che continua ad inviarci per ricordare che, dallo scorso marzo, per commentare a proposito di politica e di personaggi pubblici occorre firmarsi con nome, cognome e una mail valida. Diversamente, i commenti anonimi vengono tutti archiviati. Grazie

La redazione

Una riflessione tira l'altra

3 anni fa

Visto le sue previsioni/considerazioni(?)non troppo ottimistiche proiettate sul futuro del Festival, rispetto a com'è e a com'era stato concepito, non è chiaro se, con questo suo "motivetto", l'esimio Maestro che si è preso la briga di rifletterci, si propone di dargli un'altra impronta e un altro marchio. Oppure, volendo essere un po' più malignetti, se aspira a diventare un futuro protagonista avvalendosi di alcune sue simpatie politiche.

Signor Smith

3 anni fa

Chiedo scusa per i miei limiti... ma leggendo: "E quindi, da subito, bisogna pensare ad una riconversione del Festival smettendola di acquistare pacchetti già confezionati che sottraggono solo ricchezze e che non producono alcun beneficio alle attività e allo sviluppo della città e del territorio." non posso fare a meno di domandarmi... ma che ha detto? Che vuol dire? Ma che sarebbero questi "pacchetti già confezionati"? E perché la città ed il territorio ne sarebbero danneggiati (una volta compreso cosa siano)?

Qualche spoletino avverte già in clima Festival

3 anni fa

Ottima nota da musicare suggerita al Maestro.

Spoletino

3 anni fa

Dissacratorio: relativo al togliere il carattere sacro a qualcosa. Certo che ritenere sacra la figura di un’ex assessora alla cultura implica una scelta coraggiosa da parte dell’autore. Però faccio notare che un’altra accezione del termine è demistificante

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