L'operazione già allo studio di fattibilità. Finisce - già lo era di fatto, ora anche formalmente - l'era degli istituti di credito spoletini

Per molti non sarà una notizia, ma almeno adesso è ufficiale: Banco Desio sta incorporando la Banca Popolare di Spoleto. Chiunque può averne conferma all'indomani della pubblicazione, sul sito ufficiale dell'istituto di credito che di spoletino conserva ormai poco più che il nome, del comunicato stampa

relativo alla "verifica di fattibilità circa una operazione di fusione per incorporazione", nel quale si legge a chiare note che le due banche hanno dato avvio alle procedure preliminari atte a verificare, appunto, la fattibilità di una fusione "per incorporazione di BPS in Banco Desio, la quale ad oggi detiene una partecipazione pari all'81,67% del capitale sociale di BPS. Ad esito di tale studio di fattibilità - conclude la nota, firmata dai presidenti di Desio (Lado) e Spoleto (Cartone) - i Consigli di Amministrazione di Banco Desio e di BPS assumeranno le rispettive deliberazioni".

Era nell'aria, senza dubbio; fin dal primo giorno in cui i lombardi subentrarono dopo il commissariamento voluto da Bankitalia e firmato dal Mef. Ma un conto è aspettarselo, altra storia è vederlo scritto nero su bianco a distanza di così pochi anni dall'avvenuto subentro. Mentre il socio di minoranza, Spoleto Credito e Servizi, sta ancora lottando in tribunale contro l'istanza di fallimento ed è in attesa, da mesi, di una sentenza che le chiuda oppure ne legittimi nuovamente ogni aspettativa, Desio procede con l'acquisizione forzando - sia pur legittimamente - la mano e dando seguito a quanto tutti, in città, sapevano già da tempo.

Cosa cambierà per i soci? Per quelli della Scs poco o nulla: con la cooperativa al momento ancora allo sbando, le loro azioni valgono poco più che carta straccia a meno che non si proceda all'alienazione dei beni immobili. Per gli azionisti della Popolare di Spoleto, invece, questa operazione potrebbe rivelarsi in qualche modo funzionale, in quanto sbloccherà per forza di cose le quotazioni dell'ormai ex istituto di credito spoletino, congelate da anni a seguito del commissariamento e mai più liberate sul mercato. Questi titoli dovranno per forza di cose ricevere una valutazione da parte di Desio, tornando dunque nella piena disponibilità dei risparmiatori. Magra consolazione, comunque, per una banca un tempo fiore all'occhiello e motore dell'economia della città, oggi ridotta ad una succursale in odore di fusione e con il solo, dispendioso consiglio d'amministrazione a fare bella mostra di sé in occasione delle sedute a Spoleto.

Forse, da un lato, è meglio così: sarà felice qualche investitore, si opereranno tagli all'amministrazione eliminando un cda ai limiti dell'inutile e, in ultima analisi, ma più che altro per un discorso di strategia di marketing, il nome "Banca Popolare di Spoleto" continuerà a campeggiare sulle insegne delle filiali sparse per il territorio. Così non si potrà dire che Bps ha fatto la stessa fine di Carispo...