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Ex Cementir, l'assessore regionale Paparelli ai lavoratori: 'Chiesta l'immediata attivazione del tavolo ministeriale'
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Ex Cementir, l'assessore regionale Paparelli ai lavoratori: 'Chiesta l'immediata attivazione del tavolo ministeriale'
Oggi l'incontro all'interno dello stabilimento: 'Pronti a mettere in campo tutti gli strumenti di cui disponiamo per garantire ai lavoratori ed alle famiglie reddito e futuro'
“La nostra preoccupazione, che poi è la stessa dei lavoratori coinvolti e delle imprese dell’indotto è quella del mantenimento dei livelli occupazionali per il sito Cementir di Spoleto e, per questo, fin da lunedì prossimo, chiederemo l’immediata attivazione del Tavolo ministeriale per il mantenimento degli impegni assunti, in quella sede, da Italcementi connessi alla acquisizione avvenuta nel 2017. Necessaria al contempo la riapertura, anch’essa immediata, del Forno spento ormai dallo scorso mese di marzo, al fine di non precludere la continuità del processo produttivo”.
Così il vicepresidente della Regione Umbria, con delega allo sviluppo economico, Fabio Paparelli, riassume la posizione della Regione nella crisi che investe l’azienda ed i lavoratori Cementir di Spoleto, al termine dell’incontro che si è svolto questa mattina, sabato 9 marzo, a Spoleto, con le organizzazioni sindacali ed i lavoratori all’interno dello Stabilimento. “È inutile nascondere – prosegue il vicepresidente – che siamo estremamente preoccupati. La Cementir nel mese di settembre 2016 aprì una procedura di mobilità per 21 lavoratori nello stabilimento di Spoleto. La vicenda fu allora seguita dall’unità di crisi della Regione unitamente al Comune di Spoleto e si concluse con un accordo che prevedeva la esternalizzazione di una parte delle attività ad altra società ed il conseguente passaggio ad essa di parte dei lavoratori. Attualmente il sito occupa 84 lavoratori”.
“Nel corso del 2017 – prosegue - la Italcementi, che il 1 luglio 2016 è stata acquisita dalla Hidelberg Cement, ha iniziato un percorso per l’acquisizione della Cementir; l’operazione consisteva nell’acquisizione del controllo esclusivo di Cementir da parte di Italcementi. L’operazione è stata accompagnata da un obbligo di non sollecitazione all’allontanamento delle maestranze per i tre anni successivi al closing. Obbligo ed impegni di cui chiediamo con forza il rispetto”.
“Negli incontri avuti al Ministero dello sviluppo economico, da ultimo, nell’aprile e nel novembre 2018 – sottolinea Paparelli -, Italcementi ha rappresentato una situazione di crisi del settore per cui, in Italia, a fronte di una capacità produttiva di cemento installata, di 50 milioni di tonnellate/anno, vi è stata, per il 2018, una capacità di assorbimento del mercato di 18,5 milioni di tonnellate, con una previsione di ulteriore riduzione del 2,7% nel 2019”.
“Nel corso di questi incontri, e anche in altre occasioni di confronto, mai – sottolinea ancora - ha rappresentato criticità specifiche relative al sito di Spoleto. In questo quadro di crisi, abbiamo appreso che il 28 febbraio scorso, l’azienda ha comunicato alle Organizzazioni sindacali, “l’intenzione di realizzare il trasferimento alla società Spoleto Cementi s.r.l. del ramo di azienda costituito dalle attività di produzione e vendita cementi svolte presso lo stabilimento di Spoleto”. Praticamente si tratterebbe di un veicolo societario utile allo scorporo ed alla cessione del sito”.
“Considerato che, a questo punto, non vi sono certezze né sul futuro, né sulle ripercussioni che riguarderebbero il sito spoletino - continua il vicepresidente – chiediamo una immediata convocazione al MISE di tutte le parti interessate, dove ribadiremo la necessità degli impegni assunti da Italcementi, ma anche lo sblocco delle grandi opere che tiene in scacco un intero comparto, al punto che i sindacati, cui va il nostro sostegno, hanno previsto per il 15 una manifestazione nazionale”.
“La nostra certezza – afferma - è che la Cementir, come tantissime altre imprese italiane, sia vittima della crisi che investe il settore, causata essenzialmente dal blocco delle grandi opere e dei cantieri su tutto il territorio nazionale. Per questo chiediamo alle forze politiche che compongono il Governo nazionale, invece di continuare a fare inutili passerelle sulla pelle dei lavoratori, un cambio di rotta immediato sulla politica riguardante le grandi e piccole opere, a partire dalla Tav, ed un provvedimento, a favore delle imprese e dei cittadini, che snellisca tutte le procedure burocratiche che rallentano ed ostacolano la ricostruzione nei territori colpiti dal terremoto del 2016, in analogia con quanto previsto nel Decreto approvato per il crollo del ponte Morandi a Genova”. “Nel contesto dato - conclude il vicepresidente Paparelli - la Regione è disponibile a mettere in campo tutti gli strumenti di cui dispone per garantire ai lavoratori ed alle famiglie reddito e futuro”.
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I commenti dei nostri lettori
XXX
6 anni fa
Come sempre quando si parla di Spoleto, le decisioni vengono prese altrove,speriamo che a Perugia non si siano giá prese ed adesso inizia il balletto per fare ingoiare questo ennesimo rospo. Ci sarebbe da tener conto anche della ricostruzione della Valnerina e parte delle contigue Marche in seguito degli eventi del Terremoto. Ma questa è un'altra storia. Male che vada avremo un luogo dove far bruciare la MONNEZZA!
Se si vuole si può.
6 anni fa
Per risolvere il problema della Cementir con sede a Spoleto, basterebbe che gli amministratori dell'Umbria, per la ricostruzione del post terremoto, obbligassero le aziende interessate a utilizzare solo il cemento prodotto a Spoleto. Così facendo, l'azienda potrebbe tirare avanti per qualche decennio e nel frattempo studiare il modo per renderla autonoma..
BASILIO RAPUCCI
6 anni fa
Della serie: Chi ci capisce è bravo. Appena un mese fá si parlava delle caratteristiche degli innovativi sistemi di abbattimento delle polveri sottili allo scopo di giustificare l'eventuale combustione delle frazioni idonee allo scopo dei vari rifiuti industriali a disposizione, mentre oggi ci troviamo a parlare di una crisi del settore edilizio che vede coinvolto lo stabilimento di Spoleto.. Mentre avviene tutto ciò, gli abitanti del posto vedono transitare i mezzi dei fratelli Mori ( autotrasportatori con sede vicino a Gubbio) che percorrono le vie vicine alla cementerie di Spoleto. La crisi del settore edilizio è evidente a tutti, ma forse tutti non sanno degli errori fatti in passato dalla Cementir. Leggendo i commenti molti lettori nostalgici ci ricordano i periodi trascorsi, dove per le opere importanti sia nazionali che estere veniva utilizzato il cemento di Spoleto che aveva a disposizione prodotti certificati. Oggi la situazione della nostra regione è completamente cambiata. Oggi abbiamo il gruppo COLACEM che è proprietaria di alcune centinaia di centrali di betonaggio distribuite sul territorio del centro Italia, e quindi ogni eventuale rilancio dell'edilizia con conseguenze positive sui consumi del cemento lascerá a Spoleto solo le briciole di questo potenziale mercato, visto che lo stesso dovrá competere contro questo polo disponendo di una sola leva,( quella relativa al prezzo). Spero di sbagliarmi, ma se questo stabilimento verrá piazzato sul mercato, gli unici che possono avere un interesse a rilevarlo sono quelli che hanno le centrali di betonaggio, magari ricevendo in regalo anche l'autorizzazione a bruciare rifiuti energicamente interessanti. Invito tutte le maestranze a riflettere sulle varie ipotesi che si andranno profilando. Non vorrei che presi dal solo problema occupazionale ( problema che ha la sua importanza) si facessero concessioni che trascurano il problema dell'ambiente.
Lavoratore Cemitaly
6 anni fa
Dopo un anno di incontri con la Regione e il comune, con continue denunce di una situazione allarmante sulla gestione dello stabilimento, ci voleva l'avvicinarsi delle elezioni per far interessare le forse politiche alla situazione dello stabilimento, partendo dalla lega e finendo col pd, entrambi consapevoli da oltre un anno della situazione che si stava creando, ma evidentemente non bastavano le preoccupazioni che erano state espresse, ci servivano i media che dessero notorietá alla vicenda in prossimitá delle elezioni.
anttonio cordani
6 anni fa
Adesso la crisi del settore cementiero è colpa delle incertezze del governo. Pur ammettendo che l'ipotesi dell'assessore sia giusta, allora dovrebbe spiegare perché la cementir, societá del finanziere Caltagirone e proprietario di più quotidiani in italia, giá a giugno 2017, epoca in cui governava il governo genitloni, decise di dismettere tutta le attivitá industriali italiane nel settore cementiero. A parte ciò, quello che mi stupisce è il fatto che si vuole dare sempre un impronta politica alla risoluzione dei problemi, senza entrare nel merito dello specifico caso per cercare di trovare soluzioni alternative. Quindi, a mio sommesso avviso e sempre se è vero che lo stabilimento di spoleto guadagni adeguatamente (vedi i dati patrimoniali, finanziari ed economici in altro articolo di questo giornale online), non riesco a comprendere il fatto che non si trovi un investitore che finanzi l'acquisto e la gestione. dello stabilimento. Non per ultimo, mi chiedo anche perché la regione, anziché aspettare soluzioni dal governo nazionale, non si attivi per aprire un tavolo a livello regionale invitando i cementifici eugubini e le banche (seppur oramai con le teste fuori dalla regione) rispettivamente per acquisire e finanziare un operazione di cessione dello stabilimento, valutandone anticipatamente l'esistenza dei presupposti economici, anche in via prospettica considerato che quanto prima dovrá essere riavvia la ricostruzione post terremoto.
Prima mettersi in regola, poi parlare
6 anni fa
Egregio assessore Paparelli, prima di parlare bisogna stare politicamente in regola. Il suo impegno nel chiedere al Governo ciò che è giá stato chiesto dal senatore Lucidi è lodevole. Una questione però sorge spontanea: perché non vi adeguate al forte ridimensionamento dei vitalizio regionali in corso? È mai possibile che un lavoratore come me, che fatica ad arrivare a fine mese, deve pagare l'addizionale Irpef che serve anche per pagare lo scandalo dei vitalizio regionali? Egregio Paparelli, prima tagli i vitalizio, poi si occupi di lavoro!
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